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ASSOGGETTARE, SOGGEZIONE; Uomini; Paesi; Appunto

Creato il 28 maggio 2013 da Chinalski

Soggètto
Latino subiectu(m), participio passato di subicere ‘sottoporre’, composto di sub ‘sotto’ e iacere ‘gettare’.
Anche, antico, suggètto.
Aggettivo.
1. Sottoposto all’autorità di qualcuno, a determinati obblighi o condizioni: un popolo soggetto allo straniero; tutti siamo soggetti alla legge morale.
2. (estensione) Che facilmente va incontro a eventi, manifestazioni, insorgenze negative esterne: zona soggetta ad alluvioni; il nostro piano è soggetto a variazioni.
3. Detto di persona che soffre con una certa continuità di un disturbo, una malattia o simili: uno che va soggetto a raffreddori.
4. (antico) Sottostante; collocato in basso.

Assoggettàre
Verbo transitivo [io assoggètto ecc.].
1. Rendere soggetto, sottomettere: assoggettare un popolo, una nazione.
2. Costringere, indurre a sopportare: assoggettare qualcuno a ogni sorta di violenze.
3. Sottoporre a determinati obblighi: assoggettare un reddito all’imposta.

Assoggettàrsi
Verbo riflessivo.
Sottomettersi, adattarsi: assoggettarsi agli ordini di qualcuno.

Soggezióne
Latino subiectione(m) ‘atto di sottoporre’, derivato di subiectus ‘soggetto, sottoposto ad autorità’.
Anche, antico o popolare, suggezióne.
Sostantivo femminile.
1. (letterario) L’essere soggetto, sottomesso: soggezione alla volontà altrui.
2. Senso d’imbarazzo, di timoroso rispetto, di timidezza che si prova di fronte a persone importanti o in ambienti diversi dal proprio: mettere, incutere soggezione; avere soggezione di qualcuno, di qualcosa; mettersi in soggezione, intimorirsi, intimidirsi.
Mettere, tenere in soggezione: intimorire.
Mettersi in soggezione: sentirsi intimorito.
Non avere soggezione di nessuno: non temere nessuno.

Uomini e parole

Wellington ['wellinton]
Voce inglese, da Wellington, nome del generale e uomo politico inglese A. Wellesley duca di Wellington (1769-1852).
Sostantivo maschile invariabile.
Stivale di gomma alto sino al ginocchio.

Paesi da persone

Wellington è la capitale della Nuova Zelanda, e anche la regione dove si trova, e si chiama così in onore del duca di Wellington, vincitore della battaglia di Waterloo.

I lettori ci scrivono e L’appunto

Un’amica della Parolata ci ha chiesto qual è il plurale di sabato, il giorno della settimana. Sabati, come il plurale di domanica è domeniche. Sono infatti dei normali sostantivi, e come tali devono essere scritti con la lettera minuscola, analogamente ai mesi.



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