Salve a tutti!
Vi è mai capitato di dire “Questo romanzo (o questo racconto) mi suona conosciuto?”
Sì vero?
Ebbene!
E’ una cosa che succede spesso e che, specie quando il “colpevole d’assonanza” è un emergente, o meglio un aspirante all’emersione, questo fatto è sufficiente e pure con gli interessi per bocciare senza appello il lavoro dell’esordiente di turno.
La cosa non può nè deve essere accettata carissimi amici miei!
Ed ora vi spiego il perchè e per farlo vi voglio raccontare un aneddoto che mi riguarda personalmente.
Alcuni anni fa, oh mamma sono già passati cinque anni, io ho preso parte ad un corso di scrittura creativa via Web.
Il corso era organizzato dalla “E alla n” ed il corsista era il bravissimo Davide Giansoldati.
Un giorno noi corsisti abbiamo ricevuto come compito a casa quello di raccontare il nostro modo “magico” per chiamare la concentrazione o meglio l’ispirazione…
Io allora ho raccontato del mio vezzo di giochicchiare con matite e penne utilizzandole a volte come strumenti per picchiettare, a mo’ di tamburo, sul tavolo o su un quaderno. Un trucchetto solo mio, pensavo!
Non sapevo ancora che, a non so quanti chilometri da me, in una stanza diversa dalla mia, un corsista che non ero io stava scrivendo…
Pressappoco, parola più parola meno, frase più frase meno, la mia stessa storia. Un’assonanza talmente incredibile che, non appena ho letto questo “altro” racconto sul blog creato per il corso di scrittura creativa al quale prendevo parte, mi sono detto: “Chi mi ha copiato il compito?”
Poi ho letto il nome dell’autore, un nome mai sentito, ed a stretto giro di posta anche il commento del Buon Davide Giansoldati che esprimeva la propria incredulità per aver ricevuto, da due corsisti diversi, residenti in due città diverse, che mai s’erano visti nè conosciuti, due storie differenti solo per piccole quisquilie e mi sono convinto che, non solo ognuno di noi ha almeno un clone in giro per il Mondo ma, addirittura, le storie che ognuno di noi scrive hanno almeno un “gemello pressochè identico”, con buona pace di John Shooter e della sua fissa che Mort Rainey abbia “rubato la mia storia“, nonchè di tutti gli aspiranti censori alla John Shooter che non esitano a stroncare racconti e romanzi perchè “già sentito“, “conosciuto“, “sospetto di riciclo“.
Tutte motivazioni sciocche e, se mi consentite e mi perdonate il bisticcio di termini, immotivate!
D’altronde come si dice per giustificare assonanze musicali tra brani diversi, a volte diversissimi, tra loro che “le note sono sette” lo stesso vale anche per romanzi e racconti. In fondo pure le lettere dell’alfabeto e le loro combinazioni in parole e frasi sono un numero finito e relativamente piccolo! Sicchè se proprio si vuole bocciare quando non stroncare senza appello un romanzo o un racconto ci si premuri di avere delle motivazioni più solide e valide di semplici assonanze!
Grazie per la pazienza e l’attenzione e arrivederci alla prossima!
Sogni d’oro e buon inizio di settimana!
Con simpatia!