25 settembre 2014 Lascia un commento
Romanzo del 1949, periodo nel quale si poteva pensare a voli missilistici con obiettivo la Luna, non come conquista ma come sperimentazione, come conoscenza, con la gara contro i sovietici ancora da definire. Accade che uno di questi razzi precipiti sulla Terra, uccidendo una decina di persone ma catapultando Keith Winton il protagonista, in una nuova realta’ dove la velocita’ ultraluce e’ stata domata, il sistema solare conquistato, scatenando pero’ nel contempo la guerra coi nativi della stella Arturo. Ovviamente Winton impieghera’ tempo e fatica per scoprire tutto questo e immaginiamo la sorpresa del veder girare per strada abitanti della Luna, di Venere e altri alieni di uno spazio a dir poco densamente popolato.
Il salto e’ un po’ troppo grande e le differenze tra i due universi troppo marcata e ad un certo punto per Winton diventa una questione di vita o di morte saper leggere cio’ che gli sta accadendo attorno.
Non mancheranno le soprese.
Libro delizioso e curioso. Lo so mi ripeto ma non so che farci, questa fantascienza e’ tanto antica quanto piena di meraviglia, la vera fantasia al potere che fa passare con un sorriso e tanta ingenuita’, l’idea che la Luna come Venere o Marte siano abitati da strane creature da conquistare o da allearcisi.
Alieni e umani sono figure belligeranti e ottuse come si poteva intendere a quel tempo ma la dote di scrittori come Brown e’ di trasformare l’ingenuita’ in entusiasmo bambino.
Ci si ritrova a scivolare sulla storia pagina dopo pagina nella piu’ totale ansia ed emozione per scoprire assieme al personaggio che diavolo stia accadendo e come ne uscira’ vivo, domandandosi nel contempo cosa si farebbe al suo posto. Concepire un multiverso d’infinite variabili e’ la chiave del racconto che affronta l’idea di per se stimolante e straordinaria se pensiamo che la fisica quantistica non aveva ancora espresso tutto il suo potenziale e Feynman stava ancora perfezionando le sue teorie sull”Elettrodinamica Quantistica.
Al lettore non resta che riflettere sul fatto che in fondo i propri sogni e desideri, senza eccezioni pur con tutte le esagerazioni possibili, altro non sono che variabili matematiche probabilistiche.
Il mondo ideale quindi esiste ed e’ reale come e quanto il nostro, semplicemente e’ da un’altra parte.
Magia, pura magia di scrittura costruita sul contenuto e sul ritmo.
Dimenticavo. Per una strana coincidenza, il libro di Brown si collega a filo doppio con "Uomini in rosso" di Scalzi.
Assurdo universo eh?
Il salto e’ un po’ troppo grande e le differenze tra i due universi troppo marcata e ad un certo punto per Winton diventa una questione di vita o di morte saper leggere cio’ che gli sta accadendo attorno.
Non mancheranno le soprese.
Libro delizioso e curioso. Lo so mi ripeto ma non so che farci, questa fantascienza e’ tanto antica quanto piena di meraviglia, la vera fantasia al potere che fa passare con un sorriso e tanta ingenuita’, l’idea che la Luna come Venere o Marte siano abitati da strane creature da conquistare o da allearcisi.
Alieni e umani sono figure belligeranti e ottuse come si poteva intendere a quel tempo ma la dote di scrittori come Brown e’ di trasformare l’ingenuita’ in entusiasmo bambino.
Ci si ritrova a scivolare sulla storia pagina dopo pagina nella piu’ totale ansia ed emozione per scoprire assieme al personaggio che diavolo stia accadendo e come ne uscira’ vivo, domandandosi nel contempo cosa si farebbe al suo posto. Concepire un multiverso d’infinite variabili e’ la chiave del racconto che affronta l’idea di per se stimolante e straordinaria se pensiamo che la fisica quantistica non aveva ancora espresso tutto il suo potenziale e Feynman stava ancora perfezionando le sue teorie sull”Elettrodinamica Quantistica.
Al lettore non resta che riflettere sul fatto che in fondo i propri sogni e desideri, senza eccezioni pur con tutte le esagerazioni possibili, altro non sono che variabili matematiche probabilistiche.
Il mondo ideale quindi esiste ed e’ reale come e quanto il nostro, semplicemente e’ da un’altra parte.
Magia, pura magia di scrittura costruita sul contenuto e sul ritmo.
Dimenticavo. Per una strana coincidenza, il libro di Brown si collega a filo doppio con "Uomini in rosso" di Scalzi.
Assurdo universo eh?