Magazine Attualità
In piena campagna elettorale (!) voglio proporre un articolo mai pubblicato e datato maggio 2011. Il perché allora non l'ho pubblicato non è dato saperlo, il perché lo pubblico oggi lascio a voi deciderlo.
Nelle discussioni con gli amici, quando l'indignazione raggiunge l'apice, si propone spesso la teorica ipotesi dell'astensionismo di massa come somma protesta dall'intenso significato.
In periodo referendario ed in piena iniziativa "Batti il Quorum - Irpinia" è bene chiarire che il riferimento è ad un astensionismo da indignazione: generico, consapevole e tanto spontaneo da apparire organizzato. E' ovvio che non dovrebbe attuarsi su quesiti referendari d'interesse generale bensì alle elezioni politiche, dove l'assenza dell'elettore è mal tollerata dalla politica.
Ebbene credo che l'effetto di una tale protesta civile sarebbe deflagrante; non solo per il chiaro segnale di totale sfiducia nella classe politica tutta; ma anche per il panico nei marpioni di vecchia data provocato dal non controllare più l'elettorato, non percepirne le reali intenzioni, gli stimoli più ardenti.
Quali sarebbero però gli effetti sulla società non è dato saperlo.