La zona vinicola
L'area di produzione dell'Asti e del Moscato d'Asti, delimitata ufficialmente fin dal lontano 1932, è molto vasta e si estende su un territorio geologicamente formato da numerosi agglomerati che risalgono alla formazione della regione.
Nella preistoria il Piemonte faceva parte di un oceano, il Tetide, nei cui fondali si sedimentarono numerosi fossili marini, che poi per effetto dello scontro tra le placche europea e africana, si sollevarono per andare a formare catene montuose e colline.
Nel suolo si hanno quindi formazioni metamorfiche e moreniche, con gessi di formazione pleistocenica.
I sistemi collinari con il raffreddamento del clima rimodellando la struttura con le morene lasciando accumuli di löss e limo argilloso prodotto dall'erosione e trasportato a grandi distanze dai venti.
Il clima è temperato, umido e senza una vera e propria stagione secca. Gli inverni sono caratterizzati da temperature basse e giornate nebbiose, mentre le estati sono calde e asciutte, con piogge improvvise. Le primavere e gli autunni, invece, sono molto variabili, alternati da pioggia e giornate soleggiate. Si producono vini spumante e Moscati dolci.
Il vitigno
L'unico vitigno autorizzato per la produzione di questi vini è il Moscato Bianco, varietà antica e versatile diffusa in tutta la penisola. Dà vita a vini leggeri, leggermente frizzanti che trovano nella zona di Asti la loro espressione più nobile, anche con la produzione di vini dolci.
Molto probabilmente il Moscato fu la prima uva a essere coltivata per via dei suoi profumi intensissimi e la sua dolcezza, anche se il vitigno si è trasformato nel tempo nelle tante variazioni impiantate sulle colline che si affacciano sul Mediterraneo con ognuno che ha avuto una sua diversa storia, come lo zibibbo di Pantelleria o il Moscato Bianco di Canelli, diversi pur mantenendo una notevole parentela.
È un vitigno storico, aromatico e dalle capacità molto distinte.
L'Asti e il Moscato d'Asti DOCG
La denominazione di origine controllata e garantita Asti Spumante e Moscato d'Asti nasce per decreto ministeriale il 29 novembre 1973, anche se la zona fu delimitata già a partire dal 1932, per autorizzare la produzione di vini bianchi fermi e spumante in moltissimi comuni della provincia di Cuneo.
La base ampelografica prevede l'utilizzo del solo Moscato Bianco, con rese massime di 10 tonnellate, corrispondenti a 750 ettolitri per ettaro.
Le uve devono assicurare un titolo alcolometrico volumico minimo naturale del 9% per l'Asti Spumante e del 10% vol per il Moscato d’Asti.
Per la spumantizzazione dell'Asti Spumante si deve utilizzare il metodo della fermentazione naturale in autoclave o in bottiglia. Il processo di lavorazione per la presa di spuma, compreso il periodo di affinamento, non può avere una durata inferiore un mese.
Il Moscato d'Asti si beve fuori pasto, con la pasticceria lievitata o il marzapane, mentre lo Spumante con i dolci a pasta lievitata, il panettone ma anche molluschi grassi come le ostriche.
Le aziende
Moltissime le aziende che popolano il Piemonte impegnate soprattutto nella produzione del Moscato. Batasiolo vinifica il Moscato d'Asti d'La Rei molto aromatico, con profumi di frutta gialla matura ed erbe. Palato fresco e non stucchevole, con un buon finale. Ottimo con la torta di mele caramellata.
Bava-Cocchi pruduce il Moscato Bass Tuba dai profumi di erba e frutta. Il palato è molto fresco, con note minerali, da abbinare alla torta di nocciole.
Be-Sit produce un Moscato dolce e fragrante, dai freschi profumi di fior di limoni, glicine, agrume dolce, muschio e pesca bianca. Dolce senza stucchevolezza, dal lungo finale, si abbina alla tarte tatin.
Bera ha un Moscato di alto livello, il Su Reimond ricco di aromaticità e sensazioni di citronella, menta e pesca gialla. Il palato ricalca la gamma olfattiva, con freschezza e sapidità. Da abbinare alla torta di mele.
Per Bersano il Moscato San Michele ha una lieve effervescenza, con note essenzialmente floreali di zagara e mughetto, con bocca dolce ma sostenuta da una moderata acidità. Per lui il budino all'amaretto.
Boroli produce l'ottimo Moscato Aureum che si caratterizza per la fragranza e l'eleganza dei profumi di crema e nocciola. Equilibrato e dolce si segnala per freschezza e persistenza finale, da associare alla torta di fragoline di bosco.
Con Bologna Braida il Moscato Vigna Senza Nome conserva gli aromi di zagara, con pompelmo rosa, tiglio, pesca, ribes bianco. In bocca è persistente, con finale notevolmente aromatico da abbinare a flan di pere alla menta.
Con Ca' del Baio il Moscato si fa cremoso, dolce e fragrante nei suoi sentori di fiori bianchi, pera, pesca e salvia. Equilibrato e dolce per la torta di mele.
Gancia naturalmente produce il suo Moscato Castello di Canelli Tenute dei Vallarino aromatico ai fiori d'arancio. Aciso e sapido nel finale di pesca bianca, da provare con le pesche ripiene. L'Asti Camillo Gancia Metodo Classico è brillante, pieno di frutta e fiori per le ciambelle dolci. Per accompagnare i formaggi delicati invece si affida all'Asti Modonovo dal perlage fine e la complessità fresca degli aromi di mela.
Cascina Castle'T ha nel suo Moscato Aviè Passito i lampi dorati e la gamma olfattiva del grande vino. Al naso si esprimono i profumi del marzapane, degli agrumi, del miele di tiglio, del timo e della vaniglia. Bellissima e persistente chiusura equilibrata dal dolceamaro per lo sformato di nocciole.
Tra i grandi Moscati anche la Cascina Fonda, La Ghersa, Pian d'Or, il Caastello del Poggio, Caudrina, Michele Chiarlo, Gianni Doglia, I Vignaioli di Santo Stefano,Falchetto, i Marchesi di Barolo, le Tenute Asinari, Marenco, Montaribaldi e tantissimi altri.