Il team indipendente italiano MixedBag si presenta sulla scena mobile con un ottimo sparatutto tra tradizione e modernità
I torinesi MixedBag sono da tempo al lavoro su un interessante titolo in stile "metroidvania" chiamato Forma.8 su iOS, ma evidentemente non disdegnano digressioni alquanto diversificate in altri generi, sempre filtrate attraverso una visione alquanto stilosa e quasi astratta. A partire da un progetto legato ad un concorso dedicato agli sviluppatori indie ecco dunque arrivare Futuridium EP, un particolare sparatutto in 3D caratterizzato da uno stile grafico che richiama le atmosfere tipiche dello shooter spaziale anni 80, filtrate attraverso una visione originale: l'utilizzo di forme geometriche e colori netti, i volumi costruiti in maniera relativamente semplice risultano in questo modo propriamente alieni, come le strutture tridimensionali arcaiche dei primi giochi poligonali.
Attenzione però, non stiamo parlando di un prodotto tutto estetica e niente sostanza, un bell'esercizio di stile più votato alla performance visual che al gameplay: questo è uno shooter solido e maledettamente impegnativo, con un livello di sfida che in ambito mobile non si trova facilmente. Non solo, dai primi minuti di gioco appare chiaro come Futuridium EP emani vibrazioni che un vero videogiocatore non può ignorare: a partire dal chiaro riferimento al classico Uridium per Commodore 64 si passa attraverso il ricordo di Star Fox e Zaxxon come impostazione generale e stile grafico fino ad arrivare alle suggestioni da "trench run" di Star Wars, con il volo radente sulle enormi astronavi alla ricerca del nucleo da distruggere che facilmente potrà ricordare la storica corsa degli X-Wing nel canale della Morte Nera, alla ricerca della fantomatica "luce di scarico". Insomma, un bello zibaldone di malie pronto a catturare, in particolare, coloro che negli anni 80-90 erano già ben immersi nelle guerre stellari fatte di pixel. Eppure, anche in questo misto di suggestioni, il gioco di MixedBag riesce comunque a delinearsi con una propria e specifica identità, che soprattutto nel contesto iOS risalta col suo spirito da sparatutto vecchia scuola e nel taglio - concedeteci il termine - "hardcore".Corsa contro sé stessi
La sfida contro sé stessi è il nucleo dell'esperienza, partendo dalla disperata ricerca della sopravvivenza per arrivare fino alle vette dell'high score, Futuridium EP ci pone davanti agli elementi classici del videogioco: pericolo costante, precisione massima dei movimenti, tempo limitato e Game Over incombente. Per immergersi in un mondo così tipicamente videoludico bastano poche parole, perché il sostrato narrativo e le presentazioni verbose hanno poco a che fare con lo shooter spaziale classico, al limite la storia in stile The Last Starfighter la possiamo mentalizzare a modo nostro tra una partita e l'altra, come ai vecchi tempi. Nel gioco ci troviamo a guidare una navicella risucchiata in una particolare dimensione spaziale popolata da enormi navi da distruggere. La meccanica di gioco è un'attualizzazione piuttosto fedele del gameplay di Uridium ma trasportato in un ambiente tridimensionale, dunque è necessario volare radente alle complesse superfici di questi incrociatori, sfiorando pericolosamente le sporgenze e le estensioni geometriche e cercando di distruggere i cubi colorati di cui sono cosparsi. Questo è l'unico modo per ricaricare l'energia della navicella protagonista e per svelare, una volta eliminati tutti i cubi, il nucleo principale delle grandi navi in modo da poterle distruggere. Il concetto è semplice ma la sua esecuzione alquanto complessa, poiché le traiettorie da seguire per colpire i cubi richiedono manovre al limite della perfezione per evitare di schiantarsi sulle superfici, mentre l'energia della navicella decresce in continuazione, rappresentando di fatto un limite temporale estremamente esiguo per portare a termine i livelli.
Proprio la difficoltà e la semplicità di fondo, quantunque elementi caratteristici del gioco, possono rappresentare anche il limite di Futuridium EP in un mercato allargato come quello mobile, indirizzando il prodotto verso videogiocatori più consumati, in cerca di una sfida seria, impegnativa e senza tanti fronzoli. I controlli rappresentano un'altra buona intuizione da parte di MixedBag, proponendo, invece del famigerato "pad virtuale" un sistema di gesti "a struscio" sul touch screen per spostare la navicella, un'area di pressione dedicata allo sparo e un'altra al cambio di direzione a 180 gradi, altro elemento derivato direttamente dal vecchio titolo di Andrew Braybrook. Il sistema funziona bene su iPad ma si registrano alcune difficoltà sullo schermo di iPhone, dove la vicinanza tra le due diverse aree di pressione può portare a premere nel punto sbagliato al momento sbagliato, anche se il problema può essere risolto con eventuali aggiornamenti. Infine, una menzione particolare va fatta per la colonna sonora: l'"EP" presente nel titolo si riferisce proprio alla presenza di una colonna sonora di un certo spessore, con 45 minuti di musica elettronica in 11 tracce selezionabili durante il gioco come in un jukebox. Una selezione che, a prescindere dai gusti musicali, risulta perfettamente amalgamata con lo stile grafico e l'atmosfera "retrofuturistica" del gioco.Futuridium EP - Trailer di presentazione
L'uscita di Futuridium EP rappresenta un evento sotto diversi aspetti: è uno di quei giochi in grado di dimostrare che il mercato mobile (e prima di questo l'indie su PC) può essere un terreno fertile per la sperimentazione volta alla creazione di videogiochi veri, dal gusto tradizionale ma con taglio originale; rappresenta una riuscita attualizzazione in 3D del concept di un gioco uscito nel 1986 su C64 (e non è poco) e, infine, è un gioco sviluppato da un team italiano. L'astratta semplicità strutturale è il risultato del recupero degli elementi basilari dello sparatutto e può determinare un impatto alquanto destabilizzante per chi viene da esperienze più propriamente casual, così come il livello di sfida può risultare facilmente frustrante. Ma la navicella di Futuridium vola veloce sopra a questi problemi, ricordando a chi ha la sensibilità di coglierne il messaggio che la galassia ha ancora bisogno di eroi senza nome ma dai riflessi pronti, in grado di sacrificarsi per la gloria dell'high score.
Giorgio Melani @GiorgioMelani1Pro
- Originale esperienza audiovisiva
- Struttura semplice ma assuefacente
- Buona l'idea alla base dei controlli
Contro
- Livello di sfida che può risultare troppo alto
- Qualche incertezza nei controlli su iPhone