Magazine Astronomia
Chiunque si sia trovato nelle secche o, in alternativa, nelle tempeste emotive di un transito difficile di Saturno, Urano, Nettuno o Plutone alla Luna, Venere o Marte, ha ben presente cosa sia uno stato di necessità o di emergenza emotiva. A ben guardare, al di là delle storie che possiamo raccontarci (dal “voglio sapere come andrà a finire” al “voglio utilizzare questa terribile esperienza per crescere”), è il livello emotivo dei transiti a portarci dritti dritti dall’astrologo, e non altro. Qualunque cosa, purché finisca e lo faccia in fretta. Ora, è proprio sulla fretta che mi piace soffermarmi, perché i pianeti lenti non sono, evidentemente, lenti a caso. Qualunque cosa essi forgino all’interno della nostra psiche, è qualcosa che prende forma lentamente, e questo vale anche nel caso di Urano, la cui rapidità nel distruggere può distogliere l’attenzione dal fatto che la vera libertà è il più delle volte un processo a costruzione lenta.
L’insopportabilità emotiva di certi transiti dinamici (e se è per questo anche di molti aspetti dinamici di nascita) nasce proprio dal contrasto lacerante tra la macerazione lenta, richiesta da tali transiti/aspetti, e la sgradevolezza delle emozioni che a tale macerazione inevitabilmente si accompagnano. Abbiamo la sensazione di non poter sopportare un minuto di più un tale stato di tensione, e le nostre azioni a quel punto sono inconsciamente guidate dall’unico bisogno che tutto abbia termine. I dettagli del quadro possono variare a seconda del pianeta che transita: ho notato di recente, per esempio, che nel caso di Saturno sono i conti emotivi col passato che emergono prepotentemente alla ribalta. In questo caso è sicuramente utile, come suggerisce Tracy Marks in The Astrology of Self-Discovery, recuperare ricordi di eventi e stati emotivi dell’ultimo transito dinamico di Saturno allo stesso pianeta personale, perché risultano davvero illuminanti. Lo sensazione emotiva di fondo di un transito di Saturno può essere espressa dal seguente concetto: “è sempre andata così, e non vedo perché questa volta dovrebbe andare diversamente”. Per Saturno il passato determina il futuro con una logica matematica schiacciante, che deve invece essere smascherata e demistificata. Solo allora si potrà lavorare con tutta la gamma delle emozioni saturnine (deprivazione, solitudine, aridità emotiva, senso di colpa, ecc.) in modo da porre le basi per un futuro che possa costituire effettivamente una rottura con certi schemi del passato. Un percorso di lavoro sulle emozioni colorate da Saturno può essere allora il seguente: distinguere ciò che realmente si prova da ciò che si è sempre provato in situazioni analoghe. Riconoscere che le paure attuali appartengono al passato, e potrebbero non essere funzionali alla situazione che si sta ora vivendo.
La percezione emotiva di una frattura insanabile con il passato è invece la dimensione dominante di un transito dinamico di Urano; il bisogno urgente di libertà scaturisce dritto dal senso di soffocamento, dalla paura di ‘ristagnare a morte’ nella situazione in cui ci si trova (lavorativa, affettiva, ecc.) se non agisce in fretta. Al contrario è opportuno con tali transiti vivere con il freno a mano tirato (specie con i transiti di Urano a Luna e a Venere), in quanto lo stato di urgenza messo in scena da Urano potrebbe non corrispondere ai nostri reali bisogni, desideri e valori. Occorre pertanto lavorare accuratamente sulla frustrazione generata dal tentativo, da parte dell’astrologo counselor, di inibire l’azione del consultante/cliente.
Per inciso, osserverei che questo tipo di lavoro è necessario in tutti i transiti dinamici dei pianeti lenti a Marte: l’azione che sorgerebbe ‘spontanea’ in tali casi, infatti, ha alte probabilità di risultare prodotta da senso di inferiorità e inadeguatezza (Saturno); da manipolazione (attraverso il sacrificio) o da debolezza e inefficacia dovute a una mancata messa a fuoco dei reali obiettivi (Nettuno); da pericolosità fisica o psicologica per se stessi o per gli altri (Plutone); da bisogno di autoaffermazione fine a se stesso e/o a spese di qualcun altro (Urano).
Un possibile percorso di lavoro sulle emozioni colorate da Urano sarebbe allora il seguente: utilizzare ciò che si prova per rinnovare vecchie strutture invece di distruggerle, o, nel caso non sia possibile, porre fine a ciò che non può essere comunque portato avanti limitando con molta attenzione i danni alle ‘parti sane’. La dimensione emotiva di Plutone è sicuramente dominata da un senso di impotenza profondo e radicale, e su tale punto rimando alle ottime pagine che Liz Greene vi dedica ne I complessi psicologici nell’oroscopo. Le emozioni colorate da Plutone hanno tonalità deliranti ed ossessive; il bisogno urgente e insopprimibile è quello di dimostrare a tutti i costi e con ogni mezzo il nostro potere, proprio nel momento in cui la nostra condizione esterna o interiore ci priva di ogni strumento per farlo. Il lavoro principale qui consiste nello ‘stare con’ il panico e i sentimenti di impotenza, e nell’imparare a sentire che non verremo distrutti pur in condizioni di estrema vulnerabilità. Potrebbe esistere una sola eccezione a quest’ultima regola, e riguarda i transiti dinamici di Plutone a Marte. Marte presiede infatti la sopravvivenza in senso lato: se la sua posizione di nascita è particolarmente debole, o se le emozioni relative agli impulsi aggressivi e di autodifesa non sono mai state elaborate in maniera adulta e consapevole, credo che un transito dinamico di Plutone possa arrivare, in determinate ed estreme condizioni, a minacciare la stessa sopravvivenza fisica.
È inoltre necessario, sempre nel caso di Plutone, dipanare pazientemente il labirinto di delirio e ossessione nel quale l’individuo è imprigionato, distogliendolo dal guardare continuamente l’uscita alla ricerca di un’improbabile scorciatoia. Non di rado con Plutone l’uscita è ben visibile, non così la lunghezza del percorso (non è possibile procedere per rettilinei) e la logica che governa il labirinto stesso (le false piste abbondano). Come possibile linea guida per il lavoro sulle emozioni plutoniane suggerirei: non giudicare ciò che si prova, non averne paura e non servirsene.
Anche la scena emotiva nettuniana può dirsi labirintica, con la differenza che non si riescono a individuare né il labirinto né l’uscita, si procede semplicemente nella nebbia. Le emozioni nettuniane vengono collegate spesso, e correttamente, alla spiritualità, alla creatività, al sacrificio, e anche alla debolezza e alla confusione. Io vorrei sottolineare qui il senso di paralisi derivante dalla mancanza assoluta di forme visibili: che si tratti di una situazione esterna o di un paesaggio interiore, il bisogno urgente è quello di definire e delimitare anzitempo, mentre il lavoro necessario riguarda, al contrario, la resa incondizionata al fatto che la situazione che si sta vivendo non ha forma né precisi limiti, unita alla fiducia che quei limiti e quella forma emergeranno. La fede di cui si parla tanto a proposito di Nettuno può riguardare nient’altro che questo, e non è poco. C’è infatti da rilevare che finché siamo su questo pianeta, ogni cosa è destinata, prima o poi, ad assumere una forma: illudersi del contrario fa parte anch’esso dell’atmosfera emotiva caratteristica degli aspetti dinamici di Nettuno, e può ingenerare, paradossalmente, un gusto per la paralisi e l’inazione, viste come rassicuranti in rapporto alla responsabilità che deriva dalla scelta. Il transito di Nettuno va dunque ‘sorvegliato’, per poterne cogliere i segnali di svolta che prima o poi si presenteranno.L’atmosfera emotiva nettuniana è particolarmente difficile da gestire soprattutto quando colpisce Marte: essere coscienti di emozioni che somiglino vagamente alla collera e alla rabbia diventa allora un’impresa disperata, e intanto il risentimento mette radici. Occorre demistificare ogni messa in scena sacrificale, perché il rischio è che Nettuno serva Marte mentre Marte (l’individuo) è convinto del contrario. Espressioni come “sono in grado di lottare solo per gli altri”, “non sono capace di ottenere qualcosa per me stesso” vanno vagliate attentamente durante un transito dinamico di Nettuno a Marte. Il punto non sta nel colpevolizzarsi, ma proprio nel rivendicare il diritto di lottare, correttamente, nel proprio interesse, e riconoscersene la capacità senza ipocrisie. Un possibile percorso di lavoro sulle emozioni colorate da Nettuno diventa allora il seguente: attendere che ciò che stiamo vivendo assuma contorni precisi o comunque intelligibili, sapendo che lo farà; cercare di non stabilire anzitempo quali dovrebbero essere tali contorni; infine, praticare onestà assoluta in merito a quello che proviamo, dal momento che avremo comunque la responsabilità delle azioni che ne scaturiranno.
( tratto da : ASTROLOGIA, COUNSELING E LAVORO CON LE EMOZIONI: DUE APPROCCI A CONFRONTO di Angela Leonetti )
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