Sirius, il film documentario di Steven Greer appena uscito nelle sale cinematografiche americane, si era proposto di svelare le origini del piccolo corpo misterioso ritrovato nel 2003 in Cile, ma la situazione appare in realtà parecchio confusa. La prima ufficiale del film, presentata ad Hollywood lo scorso 22 aprile, ha contribuito, per quanto possibile, ad aumentare le ipotesi ed a diradare le certezze.
Ma forse si è creato molto rumore per nulla. Il tanto pubblicizzato alieno trovato nel deserto di Atacama, soprannominato Ata, sul quale Greer, prometteva clamorose rivelazioni, risulterebbe umano. È proprio quello che ha affermato uno dei medici che hanno eseguito il test del dna sul corpicino, nonostante Greer, nel promuovere il film, avesse fatto trapelare dettagli impressionanti, su quell’essere mummificato, grande quanto una mano, alto circa 12 cm, facendo capire che ci trovavamo davanti ad un tipo di dna sconosciuto. I resti mummificati del piccolo “alieno dello spazio” scovato un decennio d’anni fa nel deserto cileno, sono stati identificati quindi come umani.
Ma “chi“ é Ata ? Cosa possiamo dire di lui, al fine di riuscire a fare un po’ di chiarezza in questa confusione infinita? Il piccolo scheletro infatti, ha creato dibattiti per 10 anni. Si è discusso sulla sua natura. È un essere alieno? Un feto abortito? Addirittura una scimmia?
La storia di Ata si può riassumere in poche parole : un fagotto scoperto tra l’immondizia di una città abbandonata del Cile. Era il 2003 quando Oscar Munoz, il “ferrovecchio” della città fantasma di La Noria, nel deserto di Atacama, mentre cercava materiale di scarto da rivendere nei mercati paesani, scavando vicino ad una chiesa abbandonata, avrebbe trovato uno strano scheletro avvolto in un panno e stretto con un nastro viola.
Da allora, la creatura ha cambiato vari proprietari, passando di mano in mano. Dopo essere stata comperata per 64 dollari dal proprietario di un pub, finì in Spagna. L’attuale proprietario di Ata è Ramon Navia-Osorio Villar, un uomo a capo di un gruppo ufologico di Barcellona. Secondo un articolo recente postato su un sito argentino, vari medici spagnoli avrebbero analizzato l’umanoide di Atacama, senza però essere giunti ad una conclusione concorde. L’ultimo esame ha stabilito con certezza che non si tratta di un falso, e questo rappresenta comunque un importante traguardo. Non si tratta di una scimmia, e anche un secondo punto almeno viene chiarito.
Esattamente il contrario di quanto ha evidenziato il dottor Nolan, il medico americano chiamato ad intervenire al documentario Sirius, il quale aveva da subito escluso trattarsi di un feto abortivo, dal momento in cui Ata ha respirato e mangiato, cose che un bambino mai nato certamente non fa. Il biologo interpellato da Steven Greer, nella sua analisi, è andato anche oltre.
“La sequenza che abbiamo ottenuto dai mitocondri ci permette di dire con grande possibilità che la madre era una india dell’area cilena. Ata era un maschio, è vissuto circa 6-8 anni, e probabilmente è morto un secolo fa”.
L’esserino presenterebbe mutazioni genetiche sconosciute innegabili. Per esempio, è minuscolo, senza possedere marcatori di nanismo. Si pensava che il dna avrebbe chiarito ogni dubbio. Ci sono invece altre questioni biologiche che hanno ancora bisogno di essere comprese.
Qualunque sia la sua natura, Ata suscita in noi molto fascino ed un’innegabile tenerezza. Piccolo essere sconosciuto conservatosi nel tempo per permettere alla storia di analizzare comunque “altri mondi”, e di compiere così un passo avanti nello studio dell’evoluzione umana.
Written by Cristina Biolcati