"Mah, che dirti... - inizia, - io conosco il padre, un grande lavoratore...""Eh già! - lo interrompe lei. - Tra chi si ammala e chi si ammazza..."
"Ata!" La rimprovera lui scandalizzato."Scusi, - risponde lei chiudendo gli occhi e incassando la testa tra le spalle, - mi è sfuggito!"Il parroco le lancia uno sguardo torvo, poi riprende: " Dicevo... conosco il padre. Il figlio l'ho visto solo qualche volta. Molto educato... - considera, - forse troppo". Ata lo fissa pensierosa."Anche Filippo l'ha detto". Confessa."Lo so!" Dice Don Ciccio.La ragazza alza di colpo la testa."E lei come lo sa?" Domanda."Me l'ha detto lui". Risponde Don Ciccio semplicemente."Oh! - esclama perplessa. - E cos'altro le ha detto?" Chiede curiosa.Il parroco scuote il suo faccione rubicondo."Non posso dirtelo, - risponde, - era sotto confessione"."E su!" Insiste lei."Non posso!""Una cosa, - lo supplica Ata, - una cosa piccolina!""Insomma! - tuona Don Ciccio. - Se ho detto che non posso non posso!"Lei alza gli occhi al cielo e sbuffa esasperata."E va bene! - esclama brusca. - Ma, la prossima volta, si faccia dire le cose da Filippo in modo informale, altrimenti... pizze, dolci e parmigiane se le può scordare!"Don Ciccio la guarda inorridito."Ma questo è un ricatto! - la rimprovera. - E nella casa del Signore!"Ata si porta una mano alla bocca."Scusi!" Mormora mortificatissima.Lui la guarda severo."Resta qui e prega! - le ordina. - Venti Padre Nostro!"Lei abbassa il capo sconsolata e piagnucola: "Venti?"