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Ata va in Parrocchia

Da Ata
Primo settembre.Prima giornata piovosa dopo mesi di caldo torrido.Ata cammina lentamente.Desiderava la pioggia da un bel po', ma la malinconia nasce dentro di lei improvvisa.Sente da lontano le voci dei bambini che giocano a pallone. Sospira.Affretta il passo e giunge in parrocchia."Fallo!" Grida Don Ciccio a Tonino.Ma il bambino finge di non aver sentito e continua a giocare."Ho detto fallo!" Grida più forte Don Ciccio usando il fischietto.Ata, ferma, li osserva.Sorride.Il parroco alza la testa e  si accorge di lei."Guardate, - dice ai bambini, - c'è Ata!"I bambini si voltano e le corrono in contro."Ata!""Ata!""Ciao bambini!" Li saluta allegra."Che ci hai portato?" Le chiede uno."Ehm... veramente...""Torè! - lo rimprovera Don Ciccio. - Non devi chiedere sempre!""Che ci facevi in quella macchina l'altro giorno?" Le chiede un altro.Ata abbassa il capo imbarazzata."Ecco...""Peppe!" Urla Don Ciccio arrabbiato. "Non li sgridi, sono solo bambini". Gli dice lei.Il parroco fa un grosso sospiro."Va bene, - borbotta, - ma ora andiamo dentro, così staremo tranquilli. E voi, - si rivolge burbero ai bambini, - giocate senza farvi male, intesi?""Sì, Don Ciccio!" Rispondo loro in coro.Lui la prende sotto braccio e la conduce in chiesa."Sai, Ata, - le dice sottovoce, - devo chiederti un favore"."Dica". Lo sollecita lei."Dovresti preparare una bella pizza per domani sera". Butta fuori lui con finta disinvoltura.Ata lo guarda sorpresa."Certo!" Risponde sorridendo divertita."Ma non per me, eh? - si affretta a chiarire lui. - Un bambino, Ciro, è caduto dalle scale e si è fatto male. Quindi, io pensavo...""Non s preoccupi Don Ciccio, - lo rassicura lei, - domani sera avrà la sua bella pizza! Grande, eh?" s'informa."Grande, sì. - conferma lui. - Anche per gli altri...""Capisco!" Replica Ata sorridendo.Lui tossisce imbarazzato."Tu, piuttosto, - le chiede cambiando argomento, - dimmi che ci facevi col figlio del titolare dell'agenzia di pompe funebri"."Lo conosce?" Gli chiede sorpresa."Be', sai, nell'ambiente ci si conosce un po' tutti"."Uhm... - fa lei pensierosa. - E come le sembra quel ragazzo?" Domanda.Don Ciccio sospira incerto.
"Mah, che dirti... - inizia, - io conosco il padre, un grande lavoratore...""Eh già! - lo interrompe lei. - Tra chi si ammala e chi si ammazza..." 
"Ata!" La rimprovera lui scandalizzato."Scusi, - risponde lei chiudendo gli occhi e incassando la testa tra le spalle, - mi è sfuggito!"Il parroco le lancia uno sguardo torvo, poi riprende: " Dicevo... conosco il padre. Il figlio l'ho visto solo qualche volta. Molto educato... - considera, -  forse troppo". Ata lo fissa pensierosa."Anche Filippo l'ha detto". Confessa."Lo so!" Dice Don Ciccio.La ragazza alza di colpo la testa."E lei come lo sa?" Domanda."Me l'ha detto lui". Risponde Don Ciccio semplicemente."Oh! - esclama perplessa. - E cos'altro le ha detto?" Chiede curiosa.Il parroco scuote il suo faccione rubicondo."Non posso dirtelo, - risponde, - era sotto confessione"."E su!" Insiste lei."Non posso!""Una cosa, - lo supplica Ata, - una cosa piccolina!""Insomma! - tuona Don Ciccio. - Se ho detto che non posso non posso!"Lei alza gli occhi al cielo e sbuffa esasperata."E va bene! - esclama brusca. - Ma, la prossima volta, si faccia dire le cose da Filippo in modo informale, altrimenti... pizze, dolci e parmigiane se le può scordare!"Don Ciccio la guarda inorridito."Ma questo è un ricatto! - la rimprovera. - E nella casa del Signore!"Ata si porta una mano alla bocca."Scusi!" Mormora mortificatissima.Lui la guarda severo."Resta qui e prega! - le ordina. - Venti Padre Nostro!"Lei abbassa il capo sconsolata e piagnucola: "Venti?"





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