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Atac e lo scandalo degli ingressi gratuiti alle forze dell’ordine. Una decisione folle e fallimentare. Con conseguenze profonde e gravi

Creato il 25 novembre 2013 da Romafaschifo
Il 1 Gennaio 2012 la Dirigenza ATAC decise di consentire a tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine di viaggiare gratis a bordo di bus, tram e metro di Roma. La Municipalizzata del Trasporto Pubblico  con uno scarno comunicato d’allora comunicava che «a partire da oggi, e fino a nuove indicazioni, il personale di Atac preposto a controlli e verifica, nonché gli agenti delle stazioni metropolitane e gli addetti ai varchi elettronici, consentiranno la libera circolazione sui mezzi Atac al personale in divisa dei seguenti corpi: Polizia di Stato, Polizia Locale di Roma Capitale, Polizia Provinciale, Polizia Penitenziaria, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Corpo Forestale.  Per il personale in borghese – aggiungeva -  sarà consentita la libera circolazione previa esibizione delle tessere di servizio al personale Atac».  Tale decisione di ATAC veniva presa a seguito delle pressioni fatte da La Destra e dal SULPM - sindacato unitario lavoratori polizia municipale  - all’allora Sindaco Alemanno quando, qualche giorno prima, si era presa la decisione,  per ragioni meramente economiche e di bilancio,  di bloccare tutti i titoli relativi al 2012, congiuntamente a quelli del Metrebus Parking. Il SULPM, a sostegno delle proprie ragioni, evidenziava come l'accesso degli agenti su un mezzo pubblico costituisse un'azione di tutela passiva della sicurezza, con grossa potenzialità di deterrente sulla microcriminalità che ogni giorno agisce sui passeggeri e pendolari che, stipati nelle ore di punta, diventano facili vittime di ladruncoli e borseggiatori. Questi i fatti ai quali non possono non seguire le nostre considerazioni sull’argomento.
Punto 1: L’enormità del numero di soggetti coinvoltiConsiderati tutti i corpi coinvolti ed il fatto che essi insistanto in una metropoli come Roma  è facile immaginare l’enorme numero di persone dalle quali l’Azienda, arbitrariamente, ha deciso di non voler pretendere alcunchè. Ma attenzione: il “privilegio”, tecnicamente riguardante gli operatori della Capitale, è di fatto fruito da tutti coloro in visita a Roma per ragioni di servizio o personali. Un’anomalia dovuta alla blocco di validità dei titoli e tessere a favore di una più ambigua scelta che permette a  chiunque sia in divisa o abbia un tesserino di servizio di entrare liberamente gratis. A che numero di provilegiati dunque si giunge?
Punto 2: L’ATAC non è nelle condizioni economiche per consentire privilegi.In situazione di quasi-fallimento, “gratis” dovrebbe essere considerato morto da ATAC. Si sarebbe dovuto optare per una sorta di convenzione come quelle che ATAC faceva (e che speriamo ripristini al più presto) per gli studenti. Soluzione decisamente più logica ed in linea con le difficoltà economiche del comparto trasporti. La funzione della deterrenza, sebbene abbia un suo fondamento teorico, non lo è nella pratica, salvo rarissimi casi, cosa che sosteniamo con certezza assoluta documentando quotidianamente sul nostro blog la presenza fissa ed indisturbata di borseggiatori in stazioni considerate “chiave” per la presenza di turisti!
Punto 3: Degenerazioni, storture e preteseSpesso, da situazioni come queste, in un paese come il nostro dove anche l’impiegato delle poste si sente in diritto di minacciare e millantare conoscenze per essersi piccato dopo aver visto pubblicate sul nostro blog una serie di foto raffiguranti suoi parcheggi creativi ed illegali nei pressi del suo posto di lavoro (vedasi il post di qualche settimana fa), si declinano quasi sistematicamente delle degenerazioni. Storture alquanto fastidiose e sicuramente non legali che si concretizzano in  quello che al cittadino medio dà sicuramente più fastido ovvero il vero e proprio abuso di potere attraverso la  pretesa dell’allargamento del “privilegio” a parenti ed affini. Alcuni lavoratori in ATAC (fonti attendibili) c’hanno infatti  riferito di aver assistito a scene vergognose: personale delle Forze dell’Ordine si è spesso presentato al gabiotto in borghese e, mostrando il tesserino, accompagnato da parenti ed affini, pretendeva l’ “allargamento del privilegio” anche ai propri accompagnatori. Casi non certo isolati e che fanno ulteriormente perdere danaro e credibilità  ad un’azienda ridotta alla canna del gas, umiliando peraltro lo spirito, sicuramente positivo almeno nelle sue  intenzioni originarie, che aveva portato alla  concessione. E torniamo alla domanda già fatta: A che numero di privilegiati dunque si giunge? Ma soprattutto la deterrenza non è esistita: il crimine in metro è aumentato enormemente. Abbiamo fatto entrare centinaia e centinaia di agenti a gratis ogni giorno in metro e il risultato quale è stato? Aumento degli scippi, aumento dell’insicurezza, alcune stazioni sono state prese d’assalto e di fatto requisite da gang di zingari. Quotidianamente. Sempre alcuni lavoratori ATAC ci riferiscono che quando gli agenti in borghese vedono la mal parata, a quel punto, pur di fare il loro mestiere, decidono di comprare un biglietto e timbrarlo. Dunque quando è tutto tranquillo scroccano, quando c’è qualche problemuccio pagano per non far sapere in giro che c’è un esponente delle forze dell’ordine in stazione. Allucinante, ma vero. E vogliamo parlare dei varchi per disabili aperti? Spesso gli addetti alla stazione li lasciano così per evitare di dover passare la giornata ad aprirli e a chiuderli visto che il flusso di poliziotti, carabinieri e quant’altri è continuo e ammonta a centinaia di persone al giorno. E in assenza dell’addetto di stazione? Varchi aperti per tutti. Per garantire un assurdo privilegio alle forze dell’ordine, dunque, ATAC rinuncia a decine di milioni di euro l’anno che se ne vanno in evasione, in gente che vede le porte aperte e si infila.
Chiediamo per concludere, in un momento in cui si spera venga fatta una reale pulizia nell’Azienda dei Trasporti Capitolina, che vengano valutate tutte le situazioni: anche quelle di questo tipo. Se non è possibile trasformare la gratuità degli accessi in normale agevolazione, si evitino le sbavature evidenziate: il tempo delle vacche grasse è finito. Per tutti! 

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