Sulle metro e sui bus, di base, un utente su due non paga e, tenendoci dunque bassi , possiamo stimare che l’azienda romana dei Trasporti decide, ed ha deciso per anni, di privarsi di una cifra rilevante d’incassi, quantificabile sui 100 milioni all’anno, ovvero un pò meno della metà dell’incasso medio annuale Atac, che si aggira sui 250 milioni di euro. La percentuale dicevamo, è sicuramente superiore se si considera il fatto che, ormai da mesi, tutte le stazioni Metro, anche quelle centrali, risultano essere prive di personale e il pagamento o meno del biglietto ha come unico deterrente la coscienza civile del singolo che spesso, complici i servizi scadenti e lo spirito d’emulazione tipicamente Italico, cede il passo all’avvilente filosofia dello “esticazzismo”.
Sui bus notturni, per fare un altro esempio, non paga praticamente nessuno. La percentuale reale supera dunque il 60 percento, raggiungendo anche punte del 70. Praticamente Atac eroga, per sua totale incapacità, un servizio quasi gratuito. Chi lo usa, non lo paga. Tutti però lo paghiamo nelle imposte, anche chi non lo usa. Anche chi non è di Roma visto che poi le perdite vengono ingiustamente appianate a livello nazionale (decreti Salva Roma e compagnia cantante). Non si arriva al 100 percento grazie agli abbonamenti, ad alcuni retti cittadini ed ai turisti, ai quali, incredibile ma vero, pare normale pagare per essere trasportati! Anche se spesso, venendo qui, si adeguano...Ma perché Atac non risolve il problema? Perché l’Atac, che ha 12 mila dipendenti, con uno sbilanciamento pauroso degli amministrativi sugli operativi (autisti, macchinisti, verificatori, controllori) esternalizza tutto? Perché negli anni ha fatto contratti con ditte esterne di vigilanza i cui vigilanti però controllano solo i beni materiali delle stazioni e non anche il pagamento del biglietto. Perché? E perché nei gabbiotti il personale che prima giocava alla Play Station o guardava SKYGO sui tablet, adesso neppure c’è più? Perché? Dove stanno? Con migliaia di dipendenti non si riescono neppure a presidiare le poche stazioni della rete?Durante gli anni e durante l’avvicendamento dei diversi Amministratori Delegati, tanti per non dire tutti, hanno fatto roboanti proclami, nel tentativo goffo di voler metterci una toppa. Una litania, un mantra quasi obbligato, mai seguito dai fatti. Una consuetudine cui non hanno voluto rinunciare nemmeno Marino, Improta e il “Meneghino” Broggi. Proclami d’impatto. Promesse col botto con il solito riferimento ad un imminente, drastico, piano antievasione con il solito, ormai leggendario, obiettivo: rafforzare i controlli e aumentare i verificatori!Dal 28 ottobre del 2013, si era detto, gli ausiliari del traffico, già addetti al controllo delle corsie preferenziali e dei parcheggi delle strisce blu, si sarebbero dovuti occupare anche di evasione tariffaria sui bus. Voi li avete visti? A questi si sarebbero presto aggiunti gli ormai mitologici “Amministrativi”, quelli in eccedenza, che riversandosi in massa nelle Stazioni avrebbero eliminato il problema alla radice. Voi li avete visti? E siamo a Gennaio e siamo ad altre dichiarazioni. Marino rilancia parlando di verificatori in borghese sui bus che saliranno all’improvviso, non più alla fermata, magari con l’autobus in corsa, in modo da evitare la fuga degli evasori di turno. Più che in borghese possiamo parlare di totale camuffamento, anzi d’invisibilità: voi li avete visti? Non li avete visti, è chiaro! Gli amministrativi, precisa il sindaco, devono fare un corso, quindi se ne riparla tra qualche mese e, per far tacere i mugugni, ecco subito un altro proclama: “stiamo valutando – avverte il Sindaco – di far entrare gli utenti dalla porta anteriore. In questo modo l’autista sarà in grado di verificare il possesso e la validità del titolo di viaggio”. Per poi far marcia indietro: “dobbiamo parlare con il personale, perché c’è una forte resistenza da parte loro su questo punto” che tradotto per tutti vuol dire “è una modalità che si usa in tutto il mondo, ma da noi non si può fare”. E come si può fare una cosa del genere in una situazione come quella romana dove già la doppia fila, non sanzionata, invade le poche preferenziali esistenti? Come si può fare una cosa del genere in una città i cui mezzi di superficie hanno una delle velocità commerciali più basse d’Europa? Non sappiamo come finirà, ma sappiamo che per cambiare le cose ci vuole la volontà. Perché non ci si venga a dire che è impossibile mettere due amministrativi con pettorina davanti ai tornelli: basterebbe la loro presenza per costringere tutti a pagare. Non ci si venga a dire che non si può ricontrattare il rapporto con le ditte di vigilanza per farle intervenire, come avviene in tutto il mondo civilizzato, in caso in cui qualcuno superi la misura, dando in escandescenza. Non ce lo si venga a dire. Quanto ai bus ed alla loro sicurezza basterebbe dotarli tutti di videosorveglianza in modo da perseguire chi crea problemi, danneggia e disturba gli altri. Basterebbe, per chiudere, guardare a sistemi più virtuosi. E non ci riferiamo all’eccellenza. Non ci riferiamo ai sistemi anglosassoni o tedeschi. Per come siamo ridotti, abbiamo da imparare anche dall’America Latina!Pierluigi MeduriMagazine Informazione regionale
Atac e trasporti. Già una caterva di promesse non mantenute. Ecco perché è meglio il fallimento
Creato il 18 gennaio 2014 da RomafaschifoPotrebbero interessarti anche :
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