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Atene e un tramonto di periferia

Creato il 25 aprile 2011 da Treasures

Atene e un tramonto di periferia
Atene, quartiere di Omonia, prima cintura nord della città. E' la vigilia di Pasqua e sul viale c'è una lunga teoria di bus che stanno per riportare a casa intere famiglie. Destinazione: Tirana. Carichi di arance, patate ed elettrodomestici, i risparmi cacciati nelle scarpe e le valigie piene fino a scoppiare, nella canicola primaverile. Si attraversano i Balcani, si ritorna in Albania. Si va a casa per Pasqua.
Atene e un tramonto di periferia
Atene e un tramonto di periferia
Le signore hanno gli occhi stanchi e sgomitano, i bambini piangono e vogliono la bambola che si illumina, quella dei cinesi che passano a vendere tra i bus, le cassette piene di gadget elettronici. 
I magrebini osservano, piazzati agli angoli delle strade, le tasche piene di bustine e di sostanze male tagliate, poi si scambiano occhiate cocciute. Le prostitute si rifanno il trucco a vicenda, in fila come luci di natale da lampione a lampione, mentre i taxi sfrecciano senza pietà. I turisti sono sconcertati da questo casino, dal senso di sfacelo e caduta libera in questa Atene ai margini.
A mezzanotte la messa sancirà uno dei giorni più attesi dalla cristianità ortodossa, con tanto di liturgia cantata dal Pope. I poliziotti sono di guardia davanti alle chiese, gli zingari vendono i ceri votivi alle signore che camminano svelte guardandosi i piedi, strette nei loro foulard.Anche questa parte di città ha un signore, un burattinaio e malefico angelo custode. E' Mr Taxi, il titolare del servizio taxi urbano, un ometto con i capelli tinti, l'anello d'oro e il gomito perennemente appoggiato al finestrino della sua Ferrari Enzo, gioiellino rosso da cinquecentomila euro e rotti, 399 modelli prodotti in tutto il mondo. Uno è suo. I taxi sono l'unica risposta per chi arriva a Omonia o vuol andarsene da Atene con un bus. Mr Taxi passa a controllare la sua fetta di città; il pericolo, lo squallore e la lotta per la vita dei clandestini delle periferie non fanno che alimentare il suo business. L'Acropoli e' a due passi ma nessuno se ne accorge. Omonia ora è deserta. Forse siamo in un'altra dimensione.
Atene e un tramonto di periferiaAtene e un tramonto di periferia
Atene e un tramonto di periferiaAtene e un tramonto di periferia
In un posto così, la bellezza non ti viene incontro. Bisogna cercare un po'. Salire sul punto più alto di un edificio, all'ora del tramonto. Da lì si vedranno i colli, con i loro bei declivi morbidi e brulli. La luce calda della sera li abbraccia mentre i raggi dell'ultimo sole s'intrufolano tra le case, evidenziano le trame dei loro muri scostati, muovono di brezza i rami spogli degli alberi soffocati dallo smog.
Atene e un tramonto di periferiaAtene e un tramonto di periferia
Alberi che sognano di essere alberi in riva al mare, e invece sono alberi di città, alberi di periferia.
Come tutti si vorrebbero più lontani dalle antenne tv e dall'eterno squallore urbano, e piu' vicini al mare o al tramonto. Come i gabbiani cercano i dischi solari e i vortici del vento in alto, carichi di salsedine, di libertà, di calde promesse.Seduta sul tetto della casa li osservo. Volano tra le scie degli aerei, sanno sempre esattamente dove andare, senza fretta. Li seguo e li catturo in una foto, mi portano lontano.
Atene e un tramonto di periferiaAtene e un tramonto di periferia
Mostrano che la bellezza si trova ovunque, sotto forme diverse, proprio davanti ai nostri occhi. Bisogna  esser disposti a guardarla. Anche qui, tra fatiscenti mura scrostate, mentre silenzioso arriva il profumo di un glicine bianco, nascosto in qualche anfratto di un viale, il tramonto colora di leggera meraviglia la periferia nord di Atene.

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