Recensione
- Autoprodotto
- Anno: 2015
Se si volge lo sguardo ad est del vecchio continente, seguendo il lungo corso della musica metallica che, come un fiume attraversa l’Europa da ovest, fino al continente asiatico, si scoprono realtà interessanti, alcune notevoli, in tutte le forme del variegato mondo della musica dura.
Nella sua forma più moderna il metal dai suoni estremi regala ottime realtà, andando a giocarsela con i suoni classici, non manipolata dai trend d’oltreoceano e perciò nella sua forma più pura.
Senza spostarci troppo nelle steppe, ci fermiamo in Polonia, precisamente nella capitale Varsavia dove, intorno al 2012 è iniziata l’avventura di questa giovane band che sperimenta con ottimi risultati, amalgamando il deathcore con soluzioni thrash ed elettroniche.
Gli Aterra questo fanno, ed il risultato è All Born In Pain, un susseguirsi di sorprese, un caleidoscopio di suoni moderni, oscuri e drammatici, una rabbia misurata che la band a tratti trasforma in suggestioni apocalittiche e dark.
La band ha nella coppia Caruso (chitarra e voce) e Aero (sampler) i suoi punti di forza, il primo protagonista con la voce, varia e teatrale che passa con disinvoltura dai toni aggressivi cari al deathcore, ad atmosferiche parti dark, mentre il secondo con i suoi sampler sintetici è la base su cui si fonda il songwriting del gruppo.
Intorno Tiger (chitarra), Bereth (basso) e Rajbak alle pelli completano la line up, formando un combo compatto e quadrato, risultando un muro di suoni estremi e finalmente originali.
Proprio l’originalità della musica prodotta è il quid che alza il livello di All Born In Pain, non il classico deathcore made in U.S.A., ma un marziale e violento death/thrash corrosivo, dove la parte sintetica gli dona un’affascinante ed oscuro mood dark oriented.
Low, la nera perla di questo lavoro, in compagnia della title track, della thrash oriented Paper Kings e della monolitica PW, risultano l’ottimo biglietto da visita per il combo polacco, clamoroso quando riesce ad amalgamare tutti i suoni all’unisono nello stesso brano, devastante quando perde le briglie e si lancia all’inseguimento della fiera che anima la propria musica.
Ministry, Lamb Of God, Killing Joke, Pantera e Prong, mischiate il tutto ed avrete un’idea della musica degli Aterra; All Born In Pain è un lavoro maturo e la band in futuro potrebbe regalare ulteriori perle, specialmente se saprà indirizzare la propria proposta verso lidi ancora più moderni e oscuri.
TRACKLIST
01. Keep to Try
02. Awakening
03. Paper Kings
04. Alert
05. PW
06. Mourning
07. Voices
08. Primeval Lust
09. Low
10. Advent
11. All Born in Pain
12. Beginning
13. Empty Rules
14. Saturation
15. Over my Dead Body
LINE-UP
Caruso – Guitar, Vocals
Tiger – Guitar
Bereth – Bass
Rajbak – Drums
Aero – Sampler