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Atlante delle razze dei corsari

Creato il 01 ottobre 2010 da Cultura Salentina

di Vincenzo Scarpello

Corsari

I corsari: Cavendish, Drake e Hawkins

Non si può delineare con precisione una comune identità etnica dei corsari barbareschi, essendo per natura costituiti da una congerie di ceffi la cui provenienza era la mistura di tutte le razze che popolavano le sponde del Mediterraneo.

Di certo un primo nucleo fu costituito dai Mori cacciati dalla Spagna nel 1492 da Ferdinando ed Isabella, che si integrarono con le popolazioni arabe dei regni del Nordafrica. A questi si unirono reietti di ogni provenienza, prevalentemente da Grecia ed Italia. Un discorso a parte meritano i cosiddetti rinnegati, cioè i cristiani catturati durante le incursioni che o, da piccoli, venivano educati nella cultura islamica ed iniziati al mestiere della corsa, o, già grandi, presi schiavi o volontariamente convertiti all’Islam, facevano parte delle ciurme barbaresche. I corsari chiedevano prova della veridicità di tali conversioni chiedendo a tali rinnegati di compiere scorrerie contro i propri paesi di origine, ragione che spiega l’estrema precisione con la quale venivano compiuti gli assalti. Le truppe che erano stanziate nelle reggenze dei barbareschi, erano prevalentemente giannizzeri, un corpo di per sé costituito da “nuovi guerrieri”, cristiani rinnegati ed educati nel culto del Sultano. Anche qui l’estrema promiscuità etnica era decisamente riaffermata, costituendo i tratto distintivo a livello razziale delle soldatesche e delle ciurme di questi stati.

Nei secoli successivi al XVI, alla componente etnica originaria si aggiunsero francesi, inglesi, ma soprattutto olandesi, che, forti della supremazia conquistata oltreoceano, volevano contendere anche nel Mediterraneo la palma di superpotenza navale a Francia  e Gran Bretagna.


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