Mi piacciono le sottili imperfezioni che gli anni producono sul volto femminile. Le piccole rughe, le occhiaie per la stanchezza, la pelle più fragile. È la vita che segna e lascia le proprie tracce, a testimoniare l’intensità con la quale si è deciso di esistere. Mi piacciono i corpi curati, sì, ma non mi importa che siano lucidati a specchio: preferisco di gran lunga quelli un po’ sgualciti dall’uso, stropicciati dalle intemperie, soprattutto se adoperati senza calcolo né timore. Dalla loro floridezza matura si diffonde una sensualità pastosa che rivela desideri antichi ancora implacati.