Il Villarreal di Marcelino vede ripagarsi le fatiche di anni di lavoro con una vittoria prestigiosissima sul campo dei campioni di Spagna – non accadeva da dodici stagioni, ossia dall’1-2 al Mestalla del 2002/03 –, espugnando il Vicente Calderón (dove il tecnico asturiano aveva rimediato solo un pari e quattro sconfitte nella sua carriera) grazie a una magia di Vietto e regalando indirettamente la testa della classifica di fine anno al Real Madrid. I colchoneros non riescono nel romantico primato di chiudere l’anno solare con lo stadio imbattuto in Liga come accadde nel ’98, fallendo all’ultimo ostacolo stagionale.
Il Sottomarino giallo va in rete per la 15° partita consecutiva, e stavolta è il gol che vale uno scalpo di blasone: l’Atlético Madrid non perdeva nel proprio fortino dall’11 febbraio (0-1 contro il Real Madrid in Copa del Rey), ossia da 21 partite ufficiali, e in campionato addirittura dal 12 maggio 2013 (1-2 contro il Barcellona), ovvero da ben 27 gare! Ma non è da meno il rendimento difensivo, gli uomini di Marcelino hanno incassato solo cinque reti lontano dal Madrigal, meglio ha fatto solo il Barcellona con quattro. L’ottimo momento del Villarreal è confermato dalla recente striscia di otto incontri utili consecutivi, e di cinque successi di fila, considerando le coppe.
Entrambi gli allenatori mandano in un campo un 4-4-2 speculare, basato su possesso e spinta sulle ali: Simeone preferisce Raúl García al fianco di Mandžukić con i soliti Koke e Arda Turan sulle fasce, mentre Marcelino punta su Uche e Vietto, scegliendo ancora Jonathan dos Santos esterno di destra con Chéryshev sull’ala opposta e Moi Gómez in panchina. Nella prima metà le due squadre alternano momenti di circolazione trovando un equilibrio nel controllo della palla e del territorio con i colchoneros che però sfruttano meglio i propri tempi andando al tiro in più di un’occasione, specialmente col piattone di Tiago Mendes, solo un Asenjo vigile permette al Sottomarino giallo di restare in partita. La compagine di Marcelino riesce a uscirne ma quando manovra non trova varchi nell’ottima fase difensiva dei madrileni, che disinnescano Chéryshev con l’attenta marcatura di Juanfran e Trigueros con un pressing molto alto dello stesso Tiago, infatti l’unico tiro in porta, sul finire di tempo, arriva in contropiede.
La gara comunque è molto nervosa – a fine gara saranno oltre trenta i falli –, è la prima interna al Calderón dopo i fatti di Atlético Madrid-Deportivo La Coruña, e il direttore di gara Pérez Montero (che diresse l’ultima sconfitta casalinga di Simeone in Liga, quella contro il Barça) ha il fischietto facile, tanto da mandare tutti negli spogliatoi con ben cinque ammoniti: Arda Turan, Juanfran e Mandžukić per i colchoneros, Uche e Jonathan dos Santos per i villarrealensi. Proprio il croato e il messicano, protagonisti di un contatto singolare, rischiano di accendere il match sul finire della prima frazione: Jonathan interviene da dietro sull’attaccante, che prima di cadere allarga il braccio sul volto del centrocampista. Entrambi cadono a terra e tutti i a protestare animatamente, alla fine rimediano il cartellino giallo tutti e due. Poco dopo un altro episodio che surriscalda la gara: Gabi toglie il pallone a Uche ina rea di rigore ma col braccio, l’arbitro non vede il tocco e non assegna nemmeno il calcio dìangolo. La partita resta inchiodata sul pari.
A campi invertiti il Submarino amarillo riparte con grande intraprendenza, schiacciando gli avversari e vedendo la porta, finché i colchoneros riescono man mano a uscir fuori. Asenjo salva i suoi compagni un’altra volta chiudendo lo specchio di porta a Mandžukić, su un calcio piazzato che aveva portato la punta rojiblanca a correggere da dentro l’area piccola un pallone prolungato da Godín. All’ora di gioco l’ennesimo episodio da moviola, quello che farà infuriare Simeone: Arda Turan butta in area un pallone sul secondo palo e Mandžukić stavolta la insacca facilmente di testa, ma Pérez Montero annulla per fallo in attacco. Dal replay si fatica a comprendere il contatto, il croato tocca la schiena di Mario Gaspar col petto e le braccia larghe, al che il terzino destro crolla inspiegabilmente a terra. Gli allenatori iniziano a cambiare le carte in tavola sostituendo uomini e cambiando moduli: Marcelino leva il fosforo di un irriconoscibile Trigueros con la tenacia di Tomás Pina e uno spento Uche con Moi Gómez, Simeone butta nella mischia Griezmann e Cerci, ma decidere l’incontro sono i titolari.
Dopo aver alzato il baricentro nella fase centrale della ripresa l’Atlético Madrid subisce il ritorno del Sottomarino giallo che inizia a palleggiare con personalità, anche nella metacampo avversaria. A un quarto d’ora dalla fine Vietto spreca la più nitida delle opportunità: Chéryshev recupera un pallone esplosivo e lancia l’argentino a tu per tu col portiere ma l’aggancio di Lucky Luciano è impreciso e la sfera schizza nell’orbita di Moyá. Nel finale arriva il golazo che decide l’incontro: è ancora Vietto che riparte in velocità, si libera abilmente di Godín e perfora il portiere colchonero regalando al Villarreal una storica vittoria e battendo una porta inviolata da 560 minuti, ovvero da quel 22 novembre in cui Santa Cruz riuscì ad accorciare il risultato per il suo Malaga. L’eroe della serata si conferma la grande promessa del club villarrealense, a soli ventun anni non ha sofferto l’impatto con il calcio spagnolo avendo già realizzato dieci reti e sete assist in ventidue partite alla sua prima esperienza europea.
Atlético Madrid-Villarreal 0-1: MARAVILLARREAL! Calderón espugnato dopo 19 mesi d’inviolabilità!
Il Villarreal di Marcelino vede ripagarsi le fatiche di anni di lavoro con una vittoria prestigiosissima sul campo dei campioni di Spagna – non accadeva da dodici stagioni, ossia dall’1-2 al Mestalla del 2002/03 –, espugnando il Vicente Calderón (dove il tecnico asturiano aveva rimediato solo un pari e quattro sconfitte nella sua carriera) grazie a una magia di Vietto e regalando indirettamente la testa della classifica di fine anno al Real Madrid. I colchoneros non riescono nel romantico primato di chiudere l’anno solare con lo stadio imbattuto in Liga come accadde nel ’98, fallendo all’ultimo ostacolo stagionale.
Il Sottomarino giallo va in rete per la 15° partita consecutiva, e stavolta è il gol che vale uno scalpo di blasone: l’Atlético Madrid non perdeva nel proprio fortino dall’11 febbraio (0-1 contro il Real Madrid in Copa del Rey), ossia da 21 partite ufficiali, e in campionato addirittura dal 12 maggio 2013 (1-2 contro il Barcellona), ovvero da ben 27 gare! Ma non è da meno il rendimento difensivo, gli uomini di Marcelino hanno incassato solo cinque reti lontano dal Madrigal, meglio ha fatto solo il Barcellona con quattro. L’ottimo momento del Villarreal è confermato dalla recente striscia di otto incontri utili consecutivi, e di cinque successi di fila, considerando le coppe.
Entrambi gli allenatori mandano in un campo un 4-4-2 speculare, basato su possesso e spinta sulle ali: Simeone preferisce Raúl García al fianco di Mandžukić con i soliti Koke e Arda Turan sulle fasce, mentre Marcelino punta su Uche e Vietto, scegliendo ancora Jonathan dos Santos esterno di destra con Chéryshev sull’ala opposta e Moi Gómez in panchina. Nella prima metà le due squadre alternano momenti di circolazione trovando un equilibrio nel controllo della palla e del territorio con i colchoneros che però sfruttano meglio i propri tempi andando al tiro in più di un’occasione, specialmente col piattone di Tiago Mendes, solo un Asenjo vigile permette al Sottomarino giallo di restare in partita. La compagine di Marcelino riesce a uscirne ma quando manovra non trova varchi nell’ottima fase difensiva dei madrileni, che disinnescano Chéryshev con l’attenta marcatura di Juanfran e Trigueros con un pressing molto alto dello stesso Tiago, infatti l’unico tiro in porta, sul finire di tempo, arriva in contropiede.
La gara comunque è molto nervosa – a fine gara saranno oltre trenta i falli –, è la prima interna al Calderón dopo i fatti di Atlético Madrid-Deportivo La Coruña, e il direttore di gara Pérez Montero (che diresse l’ultima sconfitta casalinga di Simeone in Liga, quella contro il Barça) ha il fischietto facile, tanto da mandare tutti negli spogliatoi con ben cinque ammoniti: Arda Turan, Juanfran e Mandžukić per i colchoneros, Uche e Jonathan dos Santos per i villarrealensi. Proprio il croato e il messicano, protagonisti di un contatto singolare, rischiano di accendere il match sul finire della prima frazione: Jonathan interviene da dietro sull’attaccante, che prima di cadere allarga il braccio sul volto del centrocampista. Entrambi cadono a terra e tutti i a protestare animatamente, alla fine rimediano il cartellino giallo tutti e due. Poco dopo un altro episodio che surriscalda la gara: Gabi toglie il pallone a Uche ina rea di rigore ma col braccio, l’arbitro non vede il tocco e non assegna nemmeno il calcio dìangolo. La partita resta inchiodata sul pari.
A campi invertiti il Submarino amarillo riparte con grande intraprendenza, schiacciando gli avversari e vedendo la porta, finché i colchoneros riescono man mano a uscir fuori. Asenjo salva i suoi compagni un’altra volta chiudendo lo specchio di porta a Mandžukić, su un calcio piazzato che aveva portato la punta rojiblanca a correggere da dentro l’area piccola un pallone prolungato da Godín. All’ora di gioco l’ennesimo episodio da moviola, quello che farà infuriare Simeone: Arda Turan butta in area un pallone sul secondo palo e Mandžukić stavolta la insacca facilmente di testa, ma Pérez Montero annulla per fallo in attacco. Dal replay si fatica a comprendere il contatto, il croato tocca la schiena di Mario Gaspar col petto e le braccia larghe, al che il terzino destro crolla inspiegabilmente a terra. Gli allenatori iniziano a cambiare le carte in tavola sostituendo uomini e cambiando moduli: Marcelino leva il fosforo di un irriconoscibile Trigueros con la tenacia di Tomás Pina e uno spento Uche con Moi Gómez, Simeone butta nella mischia Griezmann e Cerci, ma decidere l’incontro sono i titolari.
Dopo aver alzato il baricentro nella fase centrale della ripresa l’Atlético Madrid subisce il ritorno del Sottomarino giallo che inizia a palleggiare con personalità, anche nella metacampo avversaria. A un quarto d’ora dalla fine Vietto spreca la più nitida delle opportunità: Chéryshev recupera un pallone esplosivo e lancia l’argentino a tu per tu col portiere ma l’aggancio di Lucky Luciano è impreciso e la sfera schizza nell’orbita di Moyá. Nel finale arriva il golazo che decide l’incontro: è ancora Vietto che riparte in velocità, si libera abilmente di Godín e perfora il portiere colchonero regalando al Villarreal una storica vittoria e battendo una porta inviolata da 560 minuti, ovvero da quel 22 novembre in cui Santa Cruz riuscì ad accorciare il risultato per il suo Malaga. L’eroe della serata si conferma la grande promessa del club villarrealense, a soli ventun anni non ha sofferto l’impatto con il calcio spagnolo avendo già realizzato dieci reti e sete assist in ventidue partite alla sua prima esperienza europea.