L’attaccamento costituisce il sistema motivazionale primario del bambino e diventa un vero e proprio stile che guida le modalità relazionali successive attraverso la formazione dei modelli operativi interni, ossia un insieme di rappresentazioni mentali di sé e degli altri.
Nell'attaccamento sicuro la sicurezza dell’accessibilità materna rende il bambino tranquillo nello spingersi ad esplorare le novità. I bambini con attaccamento evitante sperimentano più volte la difficoltà ad accedere alla figura di attaccamento e imparano progressivamente a farne a meno. I bambini con attaccamento ansioso-ambivalente, sperimentando l’imprevedibilità della figura di attaccamento, tentano di mantenere la vicinanza fisica per paura dell’abbandono.
Nell’attaccamento disorganizzato la figura di attaccamento è percepita come minacciosa nelle situazioni dimaltrattamento e traumi.
Successivamente vengono attivati altri sistemi motivazionali che interagiscono con il sistema di attaccamento, contribuendo in questo modo a sviluppare un’organizzazione mentale più complessa. Da questo punto di vista, è di notevole interesse il periodo dell’adolescenza in cui il sistema di attaccamento va incontro a profonde modificazioni ed interagisce con altri sistemi, tra cui la scoperta della sessualità.
Le relazioni di attaccamento con le figure genitoriali subiscono dei cambiamenti significativi in adolescenza, che implicano il raggiungimento di un nuovo equilibrio, nella bilancia tra esigenza di base sicura e necessità di autonomia e indipendenza.
Bowlby (1969) ipotizza che in questa fase si verifichino dei cambiamenti nella gerarchia delle figure di attaccamento. L’attaccamento continua a garantire sicurezza all’adolescente nelle circostanze di vulnerabilità, di paura e di stress; tuttavia, egli è anche in grado di utilizzare altre fonti per regolare la propria scurezza ad adattarsi ai nuovi compiti.
Nel tentativo di leggere, attraverso il sistema di attaccamento, i cambiamenti che avvengono in adolescenza rispetto allo sviluppo della sessualità, bisogna tenere presente due poli: da un lato, le dinamiche individuali connesse con lo sviluppo adolescenziale, dall’altro, le dinamiche di affiliazione al gruppo. Meltzer (1967) ricorda che, mentre le dinamiche evolutive individuali procedono nella storia delle relazioni familiari, quelle gruppali sono plasmate dai pari.
Soprattutto nella preadolescenza avviene un investimento narcisistico del gruppo, nel quale la differenziazione è carente, la sessualità tende ad essere indistinta e l’obiettivo è parlare in termini di “noi” non di “io”. Gli obiettivi relazioni di appartenenza al gruppo possono essere differenti: da un parte, riorganizzare nel gruppo il proprio assetto identitario in termini più maturi, mentre nelle situazioni a rischio si può pensare di depositare parti scisse di sé non integrate, che rimandano a un bisogno insoddisfatto di contatto all’interno della relazione primaria, con il fallimento nello sviluppo della personalità. La ricerca della sessualità e la sua sperimentazione potrebbero essere agite per placare pressanti angosce relazionali, che ostacolano il processo di una graduale riorganizzazione del Sé.
Come ha messo in luce Offer (1980), esiste una modalità di sviluppo adolescenziale definita tumultuosa connessa con esperienze traumatiche e di deprivazione, che si ripercuotono in primo luogo sui sistemi di attaccamento. Noshpitz (1980) ha descritto l’adolescente deprivato che vive la sessualità come un sensation seeking, che riempie il suo senso di vuoto: “per il ragazzo deprivato […] al posto del vuoto, c’è una presenza; al posto della mancanza, c’è sensazione; al posto della solitudine, c’è gioco sessuale” (p. 344).
Le esperienze di attaccamento potrebbero intrecciarsi con le vicissitudini dell’adolescenza e con l’accesso alla sessualità, influenzando almeno in parte le modalità e i vissuti. Inoltre, la trasmissione intergenerazionale dei modelli di attaccamento disfunzionali, quando si accompagna con fattori scatenanti in adolescenza, potrebbe interferire con un accesso armonico all’area della sessualità.
Scritto dalla dott.ssa Alessandra Cornale
Bibliografia
- Bowlby J. (1969/1982). Attaccamento e perdita. Vol. 1: L’attaccamento della madre. Torino, Boringhieri, 1972, II ed. 1989.
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- Cooper M.L., Shaver P. R., Collins N.L. (1998). Attachment styles, emotion regulation, and adjustment in adolescence. J. Personal. Social Psychol., 74, 1380-1397.
- Gentzler A.L., Kerns K. A. (2004). Associations between insecure attachment and Sexual experiences. Personal Relationships, 11, 249-265.
- Meltzer D. (1967). Il processo psicoanalitico. Roma, Armando, 1993.
- Noshpitz J. D. (1980). Disturbances in early adolescent development. In S.I. Greenspan e G.H. Pollock (a cura di), The course of life: psychoanalytic contributions toward understanding personality development, Vol. II: Latency, Adolescence, and Youth, 309-356.
- Offer D. (1980). Adolescent development: A normative perspective. In S. I. Greenspan e G. H. Pollock (a cura di), The course of life: psychoanalytic contributions toward understanding personality development, Vol. II: Latency, Adolescence, and Youth, 357-372.
- Tracy J. L., Shaver P. R., Albino A.W., Cooper M. L. (2003). Attachment styles and adolescent sexuality. In P. Florsheim. Mahwah Adolescent romance and sexual behavior: Theory, research, and practical implications. NJ, Erlbaum, 137-159.
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