Giorgia Meloni faccia la mamma. Una battuta più che un invito, ha chiarito Guido Bertolaso, riferendosi alle affermazioni fatte a “In onda” su La7 che hanno innescato una bufera sul candidato di Berlusconi per il Campidoglio. Ecco il punto della situazione.
L’ex capo della Protezione civile prova a correggere il tiro. “La Meloni deve fare la mamma”, in riferimento a un possibile ticket con l’esponente di Fratelli d’Italia. “Voglio chiarire questa battuta sulla mamma che ho detto ieri sera riferendomi a Giorgia Meloni – ha poi aggiunto durante il programma di Rai Radio2 ‘Un Giorno da Pecora’- Prima ho detto che in questo periodo della sua vita dovrebbe fare la mamma e poi ho chiarito. Ho spiegato che la gravidanza, una delle pagine più belle della vita di una donna, non deve essere vissuta facendo campagna elettorale. Peraltro una campagna elettorale così aspra e violenta”. Ma questo non significa, ha chiarito l’ex capo della Protezione civile, che non si deve candidare. “Se lo fa è un suo diritto: è un leader politico, una donna in gamba ed energica, può anche decidere di farlo”. Nessuna preoccupazione per il clamore mediatico che sta provocando questa sua “battuta”: “Le bombe sporche in campagna elettorale ci sono sempre”.
La replica della Meloni. A Bertolaso, pronto a fare un passo indietro se Meloni si dovesse candidare in nome e per conto di tutto il centrodestra, replica la diretta interessata: “Dico con garbo e orgoglio a Guido Bertolaso che sarò mamma comunque e spero di essere un’ottima mamma, come lo sono tutte quelle donne che tra mille difficoltà e spesso in condizioni molto più difficili della mia riescono a conciliare impegni professionali e maternità”.
Le sue parole hanno suscitato polemiche non solo nel campo del centrodestra. “Questo Paese non è per le donne. Ciò che sta accadendo in questi giorni è incredibile, rivela una misoginia di fondo”, ha sottolineato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha commentato anche il caso della candidata del Movimento 5 Stelle a Milano, Bedori. ”Mi spiace molto per la candidata milanese del M5S costretta a ritirarsi – ha sottolineato Lorenzin – un candidato può essere più o meno valido, ma il tema non può riguardare le sue caratteristiche fisiche. Nessuno dice ad un maschio che è brutto e grasso. Tutto questo dimostra un non rispetto per la donna, un non riconoscimento della donna come soggetto politico e come persona. Le dichiarazioni di Bertolaso che goffamente si trincera dietro la maternità della Meloni per mascherare una crisi politica, evidenzia più di mille ragionamenti come la maternità non sia in Italia un elemento di “prestigio” e di “valore” aggiunto per l’intera società neanche nella politica che dovrebbe essere l’avanguardia delle auspicate trasformazioni sociali”. La maternità, sostiene il ministro, “non è un disvalore, anzi un valore aggiunto per una donna che si occupa della cosa pubblica, perchè ti dà una sensibilità verso gli altri, verso la sofferenza. Nella mia esperienza personale la maternità mi ha ulteriormente arricchita. C’è, come si è visto nel dibattito di questo periodo, un tema che riguarda la questione femminile, che non si riduce al fatto di ricoprire o meno un ruolo apicale, ma che rivela una sottovalutazione del ruolo della donna. Credo che i tempi siano più che maturi per leadership femminili e certamente, di fronte ad atteggiamenti come questi, è il momento di darsi da fare per dimostrare di cosa siamo capaci. Faccio alla Bedori e alla Meloni i miei auguri e dico loro: chi vi critica in quanto donne non vi merita”.
“Le donne possono essere madri e fare politica”, ha sottolineato la vicesegretaria Pd, Serracchiani. “Bertolaso, altri due attacchi alla mamma Meloni e la voto!”, ha tagliato corto Marchini, “Bertolaso si scusi con Meloni e con le donne”, ha attaccato Storace e anche Saltamartini di “Noi con Salvini” considera offensive le dichiarazioni dell’ex Capo della protezione civile. Ma FI fa quadrato su candidato Bertolaso: “E’ il miglior sindaco possibile”, spiega l’azzurra Bergamini.
I rapporti tra FI e Lega, però, diventano sempre più burrascosi: “La domanda che ci facciamo è: ma chi stiamo favorendo? Forse Renzi?”, si chiede il capogruppo del Carroccio al Senato, Centinaio, “Se c’è un muro contro muro e c’è chi insiste su un candidato a detta dei sondaggi perdente, le nostre strade non possono che dividersi”. “Passiamo ai fatti. Basta discussioni”, chiude Gasparri. (AGI)