Un attacco terroristico più simile ad un atto di guerra. Una sparatoria accompagnata da esplosioni si è consumata ieri nel quartiere
Il logo dell’OIM
di Shar-e-Naw, pieno centro di Kabul.
L’attacco è partito dopo un’esplosione ad opera di un kamikaze, in pieno pomeriggio, in una zona affollata di centri medici-ospedalieri, alberghi e case che ospitano personale internazionale. L’obiettivo dell’attacco doveva essere un albergo in cui risiedono agenti CIA presenti sul territorio per addestrare forze di polizia locali. Dopo diverse ore di scontro a fuoco il bilancio delle vittime è salito a tre morti, di cui due agenti di polizia, numerosi feriti tra cui una connazionale, funzionaria presso l’Organizzazione per le migrazioni, ricoverata con ustioni di secondo grado sul 90% del corpo. Attualmente, dopo un primo ricovero ed assistenza ad opera di Emergency, la donna si troverebbe ricoverata presso l’ospedale di Bagram.
L’OIM, presente sul territorio afghano su richiesta del suo stesso governo, si occupa di far rimpatriare cittadini afghani fuggiti all’estero, aiutandoli a reintegrarsi tramite un lavoro o l’avvio di un’attività economica.
La rivendicazione talebana vanta di aver effettuato un attacco contro “uno dei sentuari dei terroristi stranieri”, fornendo cifre più alte sul numero di vittime. L’azione sarebbe stata condotta in maniera efficente, ben coordinata anche grazie al travestimento degli attentatori, occultati sotto un burqa per sembrare delle donne. Dopo la prima esplosione in cui è morto il primo attentatore, gli altri avrebbero cercato strada verso la Direzione della Forza di Portezione Pubblica, ripiegando sulla sede dell’OIM dopo essere stati intercettati dalla sicurezza afghana lungo il tragitto. Secondo la televisione locale tutti e sei gli attentatori sarebbero morti: il primo durante l’esplosione, gli altri quattro durante lo scontro a fuoco con la polizia locale e il restante ad opera delle forze di sicurezza a distanza di ore dall’inizio dell’azione.
Articolo di Francesco Dovis.