Un campione in vasca, ma, soprattutto nella vita. Di successi ne ha messi insieme tanti: quattro titoli italiani, varie medaglie di Bronzo e Argento. Ingresso nella Ranking Mondiale nei 100 metri stile Rana e nei 100 Stile libero, piazzandosi al 34esimo e 38esimo posto.
Ma per lui non sono niente di eccezionale. “Ci sono sportivi che di medaglie ne hanno prese di più – spiega – E poi, se uno si allena ogni giorno, quelle ti arrivano. E’ altro quello per cui sono fiero di me stesso e mi sento tosto: sono riuscito a salvare la mia dignità. E farlo nelle mie condizioni, le assicuro, non è facile”.
Gianluca Attanasio ha 43 anni, è napoletano ed è un campione italiano di nuoto paralimpico. Alla sua disabilità – dovuta a problemi all’articolazione dell’anca, comparsi all’età di un anno e mezzo – non ha mai fatto caso. Almeno, così dice.
“Non sono mai stato su una sedia a rotelle. Ho praticato tutti gli sport – afferma – ho fatto perfino la break dance, ma è nella vasca che il mio corpo si alleggerisce e provo un’infinita sensazione di benessere e libertà. Il nuoto mi dà tanto. Ci sono, non lo nascondo, momenti di stanchezza e tristezza, ma reagisco. Mi riferisco a questo periodo. Sono fermo da undici mesi per un problema ad una spalla e mi sento un po’ demotivato. Ma mi creda, non è tanto per la mia condizione fisica, che supererò. E’ altro quello che mi fa stare male. Sa cosa? L’indifferenza delle istituzioni nei confronti di noi disabili e, soprattutto, l’inerzia, la passività di questi ultimi, che non lottano per vedere riconosciuti i propri diritti. Sto conducendo una battaglia per vedere tutti coloro che sono in carrozzella liberi di uscire e parcheggiare senza pagare multe. Non è giusto che molti Comuni facciano cassa con le sanzioni ai disabili, che parcheggiano sulle strisce blu. Per evitare di pagare, molti sulla sedia a rotelle, evitano di uscire. Ma le pare giusto? Il problema grave è che loro non protestano, non provano a stare meglio. Si accontentano dei 500 euro mensili, di una pizza e di andare al cinema qualche volta. Sono sempre dietro ad un pc. Non hanno altre aspettative. Forse hanno paura di perdere quel poco che hanno. Io, invece, non ho niente da perdere. Ho rinunciato ad avere quei soldi. Ho studiato per molti anni. Ero iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza e ora sono funzionario dell’Agenzia delle dogane. Molti, invece, appendono la propria esistenza ad un’indennità di accompagnamento. Ogni giorno io lotto perché si abbia una vita migliore e loro che fanno? Non mi ascoltano. C’è chi rema contro. Insieme, non l’hanno ancora capito, vinceremmo. Vado avanti. Ho scritto a tanti: Bersani, Berlusconi, la cui segretaria mi ha trattato male, persino a Grillo e Vendola. Non ho avuto risposte. Vorrei avere più voce per gridare. Ma da solo non vado da nessuna parte. Mi piacerebbe avere uno spazio su un sito o in una trasmissione per far capire che siamo persone e abbiamo gli stessi diritti degli altri. Penso di scrivere a sportivi stranieri. C’è da lavorare tanto. Mi piacerebbe avere una giustizia sportiva più equa per noi diversamente abili. Nel Comitato Paralimpico, l’ho detto a più riprese, ci vuole una posizione chiara sulla questione classificazioni, che spesso non rispecchiano a mio avviso le reali condizioni cliniche degli atleti, il più delle volte penalizzati e messi a concorrere con atleti meno gravi. A 43 anni non posso smettere di sognare di vedere cambiare molte cose in questo Paese.
Per questo continuo a dare lezioni e fare incontri con i ragazzi di alcune Università italiane. Parlare con loro mi dà una grande gioia”.Perché non creare un movimento politico? “Ma scherza – replica – non credo nei movimenti. Sono i partiti tradizionali che devono manifestare maggiore sensibilità”. Per il futuro Gianluca ihttps://www.facebook.com/gianluca.attanasio.186, che è anche Ambasciatore per l’Etica e la Cultura Sportiva del MECS con l’alto patrocinio del CONI, del CIP e della Presidenza della Repubblica, sta organizzando una colletta. “Voglio acquistare una pagina – annuncia – su un quotidiano nazionale. Vediamo cosa succede. Nell’attesa, penso a guarire e diventare più forte. Le paralimpiadi della vita richiedono molti sacrifici. E glielo dice uno che non è mai stato incazzato con la vita”.
Cinzia Ficco
Se avete voglia di sapere qualcosa di più di Gianluca Attanesio, cercate http://ebonedizioni.com/. Per scrivergl usate questo indirizzo ihttps://www.facebook.com/gianluca.attanasio.186 o [email protected]