Lampedusa, l’auto dell’amministratore delegato di “Lampedusa Accoglienza”, Cono Galipò, è stata data alle fiamme nella notte. La vettura, una Ford Fusion grigia, era posteggiata di fronte ad un albergo a poca distanza dal molo Favaloro. Le agenzie stampa riportano nel dichiarazioni di Galipò: “Era l’auto che usavamo io e il direttore dell’azienda . Non aveva particolari segni di riconoscimento, ma tutti sapevano che era quella nostra. Mi lascia molto perplesso il fatto che in questo posto, dove ci sono peraltro parecchie forze dell’ordine, un’auto possa venire bruciata. Invece in un altro parcheggio isolato, dove abbiamo tutti i pullman, fortunatamente non è successo niente”. Sul gesto Galipò non sa individuarne la matrice, almeno così sembra: “Nonostante ci fosse molta tensione in giro nessuno mi aveva avvicinato, nè detto qualcosa, nè rivolto minacce verbali. Abbiamo sempre avuto un buonissimo rapporto con il popolo di Lampedusa e ci è stato sempre riconosciuto un ruolo importantissimo, riuscendo ad essere anche nei momenti più difficili accanto agli isolani. Facendo a volte anche cose che non ci competevano”.
Chiaramente sull’episodio sono in corso le indagini di rito, per dovere di informazione si ricorda però che la cooperativa Lampedusa Accoglienza di cui il dottor Galipò è A.D. è salito spesso alla ribalta delle cronache.