“Don’t wash your chicken!” che letteralmente diventa “Non lavare il tuo pollo!”. Con questo monito partiva lo scorso anno una campagna di sensibilizzazione dei ricercatori della Drexel University di Philadelphia rivolto principalmente alle cuoche o ai cuochi di casa e alle loro discutibili abitudini ai fornelli. Ed evidentemente la parola degli scienziati americani ha ritrovato un valido fondamento se recentemente anche l’ente britannico della sicurezza alimentare, la Food Standards Agency, si è preso la briga di rimarcarne il concetto. Sarà che circa il 40% della popolazione inglese è dedita all’abitudine del lavaggio?
La tesi condivisa dal dipartimento inglese è abbastanza chiara: la procedura di lavare la carne (nello specifico il pollo) prima di mangiarla, con l’intento di eliminare dei possibili batteri presenti sulla superficie, è in realtà una diceria no-sense. Non solo l’acqua non può proprio uccidere possibili “presenze estranee” sulla carne, (a differenza della cottura a temperature elevate), inoltre sciacquare la superficie del pollo aumenta il rischio di disperdere la contaminazione sui ripiani della cucina o sulle stoviglie piuttosto che mantenerla confinata e circoscritta. Alcuni batteri, infatti, si annidano nell’intestino dei polli e solo la cottura può essere in grado di ucciderli; viceversa il lavaggio casalingo pre-cottura consente allo stesso batterio di andare liberamente in giro per la cucina aumentando la possibilità di infezioni per gli individui che vi entrano in contatto.
- Ricerca di: Drexel University
- Conclusione: Il lavaggio pre-cottura favorisce la dispersione dei batteri presenti sulla superficie della carne