Magazine Cultura
Stavo mostrando il lavoro di Martina Paderni su “Il re Salomone e la vecchia rana”, una fiaba ebraica inclusa nel volume Animalia, in catalogo per Einaudi Ragazzi. Stavo ammirando, nella pagina, la vecchia rana quando mi sono imbattuta in uno strano cartello che invitava a ridurre al minimo la velocità per il passaggio delle rane. Un cartello molto chiaro e preciso, posto accanto al lago, nella Svizzera del Canton Ticino. Il cartello indicava il passaggio delle rane dalle 19 alle 6 del mattino. Un cartello meraviglioso, una sintesi visiva che evocava mondi fiabeschi, ma al contempo suggeriva un giusto modo di vivere la strada. Un invito a scrivere una nuova storia sulle rane, sui loro movimenti. Rane, ranocchi che non si trasformano in principi, ma che dichiarano la loro natura. Oppure, come nelle raccolte di Esopo, che invitano a riflettere sui comportamenti umani.
Sono bellissime le rane che si preoccupano del matrimonio del Sole nell’albo illustrato Esopo. Favole, che porta la firma di Simone Rea, uscito per i tipi di Topipittori. E’ grande, quasi maestosa, la rana che rapisce Pollicina, illustrata da Charlotte Gastaut, nel volume pubblicato da Gallucci.
Da oggi inizia la mia ricerca visiva e letteraria di rane, ranocchi, rospi che mette accanto Walter Crane e Lisbeth Zwerger, Marina Vestita e Brunella Baldi, Max Veltjus e Beatrix Potter, La Fontaine, Andersen o Grahame...