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Attenti alle “trappole”

Creato il 16 novembre 2015 da Conflittiestrategie

Articolo di A. Catto

D’accordo con Alessandro, tuttavia con i “ma…. e i se….” già espressi nel precedente articolo. Intanto, non è tutto oro quel che riluce in Russia. In particolare, però, non lasciamoci confondere da quelle che sono soprattutto mosse tattiche degli Usa per contrastare ogni ascesa del multipolarismo. Mosse che lasciano spazio ad eventi senza alcun dubbio terribilmente drammatici e che quindi andrebbero nettamente contrastate, ma tenendo fermo qual è l’obiettivo strategico statunitense: tenere sotto la propria area di influenza l’Europa.
Un’accesa battaglia contro l’islamismo non deve in alcun modo far scordare quest’obiettivo e indebolire la lotta per l’affermarsi di importanti nuclei di sovranismo e indipendenza nel nostro continente. Non si tratta della semplice agitazione per l’uscita dalla UE e dall’euro, altri obiettivi che possono anche indebolire la crescita dei nuclei in questione. Il fine strategico delle forze che volessero battersi per far avanzare il multipolarismo dovrebbe essere l’asse Parigi-Berlino-Mosca. Quanta strada si dovrà compiere per questo! Abbiamo la Nato in Europa e la UE – nei suoi apparati sedicenti comunitari – in sostanza la coadiuva. E’ indispensabile risanare i Servizi dall’influenza americana, mentre tutti si fanno invece ossessionare dal presunto strapotere della “Finanza”.
Il rapporto con Mosca deve avvenire sulla base di tali presupposti che rafforzino alcuni decisivi paesi europei, ponendoli in condizione di non passare affatto dalla subordinazione agli Usa ad un’altra subordinazione, bensì ad una reale alleanza paritetica. Non abbiamo bisogno di tornare ad un mondo bipolare (Usa-Russia al posto di Usa-Urss); che del resto si rivelerebbe assai presto un sogno, vanificando così ogni reale sforzo per un mondo decisamente liberato dalla prepotente “occupazione” statunitense, avvenuta in “occidente” con la seconda guerra mondiale e poi perfezionatasi con l’autoimplosione dell’Urss assieme al “campo socialista”.
La lotta all’islamismo estremista dell’Isis, che deve andare di pari passo con lo sforzo per non essere invasi da milioni di emigranti da “quelle zone”, ha un senso se è anch’essa una mossa tattica – certo rilevante e che richiederà grande impegno e atteggiamenti assai drastici di autodifesa (implicante anche l’offesa) – in vista della suddetta finalità strategica: crescita del multipolarismo. Questo rappresenta la “bestia nera” degli Stati Uniti, che lo combattono da almeno sei-sette anni tramite la cosiddetta “strategia del caos”, di fatto acceleratasi a partire dal 2011 con la sedicente “primavera araba”. E in questa direzione essi utilizzano la complicità degli abominevoli sicari annidati nei governi europei, in specie quelli detti “di sinistra”, che sarebbero da spazzare via con metodi assai poco gentili.
In questo senso abbiamo senza dubbio bisogno di alleanza con la Russia. Tuttavia, lo ribadisco, paritetica, senza farci incantare dalla sua attuale lotta (senza quartiere?) all’islamismo estremista. Lucidità, non passioni scatenate da una ferocia, cui ci si deve comunque opporre con metodi altrettanto estremi. Questo deve restare chiaro! Botte da orbi ai deficienti “buonisti” (e “progressisti”) che urlano al razzismo appena ci si vuol difendere da sostanziali “selvaggi”. Andrebbero combattuti con eguale radicalità e gli uni e gli altri. Nel contempo, però, bisognerebbe perseguire l’obiettivo strategico: il multipolarismo!


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