Magazine Pari Opportunità

Attenuanti sugli stupri e inoccupazione femminile.

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Solo quindici giorni dall’inizio dell’anno e le nostre speranze sono già andate a farsi benedire.

Oltre alle undici vittime di femminicidio - ormai le contiamo quasi fossimo in guerra- in questi giorni , le notizie per quanto riguarda la situazione delle donne sono orribili, da far accapponare la pelle.

Vi riporto la sentenza 37752/11 della Corte di Cassazione ( articolo preso qui):

Stuprare una modella che ha posato nuda è fatto di minor gravità, perché la condotta disinibita induce a credere nella disponibilità al rapporto sessuale“.

Si avete letto benissimo, non è una bufala! Quindi -ad esempio-tutte le veline, calendarine, soubrettine,  se vengono stuprate in qualche modo è colpa loro, perchè fare delle foto senza veli per chi fa le leggi (e sentenze) equivale a “stuprami e fai di me ciò che vuoi!”.

Come si può arrivare ad una conclusione simile? Cosa autorizza un uomo (violento) a violentare una donna? La nudità di questa in qualche foto ? A me sembra davvero assurdo!

Lo stesso Paese che detiene il primato di donne svestite in qualsiasi di programma televisivo, spazio pubblicitario e giornali, poi promuove leggi assurde e talebane.

Ma non è certo la prima volta che vengono ideate circa lo stupro sentenze di questo tipo . Vi ricordate quella  che considerava uno stupro fatto a una ragazza non più vergine meno grave? O ancora quella che dichiarava che se una ragazza indossava il jeans nel momento dello spiacevole episodio, poteva non considerarsi stupro ma un rapporto consenziente!? Tutte made in Italy!

Ma d’altronde questo è il Paese che se vieni violentata ti domanda cosa indossavi nel momento del fattaccio.

Questo è il Paese che considera  l’uomo come un essere guidato da sentimenti animaleschi e primordiali, perchè se una scollatura o una minigonna induce un uomo a violentare una donna, beh cari uomini è arrivata l’ora che anche voi riscopriate l’indignazione!

In questo Paese abbiamo ormai toccato il fondo a livello sociale, umano e civile.

Più le donne acquistano consapevolezza più qualcuno dall’altra parte sembra volerci impaurire. Se notiamo infatti, in questi ultimissimi anni i femminicidi sono aumentati a dismisura.

Ma oltre alle leggi che non ci aiutano, la questione lavorativa delle donne sembra voler in qualche modo imporci la subordinazione.

C’è un articolo stilato da Femminismo a sud, davvero illuminante.

Viene riportata la notizia dove il ministro del lavoro Elsa Fornero dichiara di non gradire quando ci si rivolge a lei (o qualsiasi altra donna) con il “la”.

E ci tiene a dichiarare che non è una lezione grammaticale, ma una piccola osservazione anti-maschilismo.

Potrebbe anche essere un’ottima precisazione, ma ovviamente dipende da chi viene dichiarata.

Si perchè come giustamente dichiarano da Femminismo a sud forse il ministro Fornero dovrebbe seriamente occuparsi del welfare e di coloro che formano seriamente il welfare: ovvero le donne.

Carissimo ministro visto che ci tiene tanto non aggiungerò un “la” ma lei ripensi piuttosto alla “questione pensioni” (in generale) che è poi è l’unico campo in cui abbiamo ottenuto la parità!

Perchè oltre alla deriva sociale e cultare italiana, come dicono loro (di Femminismo a sud) una delle maggiori cause dei femminicidi è proprio l’innatività  e la precarietà delle donne.

Come ben sappiamo le donne guadagnano all’incirca il 20% in meno degli uomini ,ma fatto ancor più grave è che le donne occupate sono meno della metà ovvero il 46% (al sud ovviamente il dato è ancora più grave e sconcertante).

Quindi l’altra metà ( o comunque la maggior parte) è in pratica dipendente da qualcuno, e ha come attività principale quella di stare in casa.

Una donna che ha avuto la sfortuna di incontrare un pessimo uomo ovvero un violento o magari anche uno che ha “vizi particolari” o che non è molto dedito al lavoro, come potrebbe liberarsi da una situazione simile se non ha un’ indipendenza economica?

Questo paese sembra non curarsi minimamente dell’allarme violenza che giorno dopo giorno sembra aumentare.

I centri anti-violenza scompaiono -proprio inquesti giorni si è venuti a conoscenza della possibile chiusura dello sportello anti-violenza al San camillo di Roma- ricordiamo anche le propagande anti-abortiste e i simpaticissimi obiettori di coscienza che ormai temiamo ci sbuchino anche dagli armadi.

La questione è grave anzi gravissima. Forse la prima strada da seguire secondo me sarebbe quella di adottare delle serie misure anti-violenza e delle leggi più severe sullo stalking, sulle molestie e soprattutto sulla violenza sessuale e sui femminicidi.

Altra cosa che sicuramente non aiuta è la comunicazione ovvero come vengono divulgati certi episodi.

Innanzitutto diciamo basta al chiamare i femminicidi “delitti passionali”.  Altra cosa: quando accadono episodi di stalking, violenze sessuali e molestie vogliamo la foto del colpevole e non la tipica immagine della donna che si protegge con le mani o della polizia.

Rendere la donna come un essere indifeso e da proteggere non aiuta, vogliamo rispetto non vogliamo essere trattate come un panda dall’occhio nero!

Inoltre che  il colpevole sia incensurato a noi poco importa, vogliamo il suo nome il suo cognome e la sua età sui giornali che riportano la notizia, basta giustificare e proteggere i carnefici (e parlo di qualsiasi tipo, quindi anche quegli episodi che vedono le donne come colpevoli)!

Ultima cosa – e questo è uno sfogo personale- cari  giornalisti e/o bloggers non trattate la tematica solo per paraculaggine -e perchè “tira-lettori”- fatelo sempre e con convinzione, su questi argomenti non si specula!

Faby



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