Attenzione ai raggi solari: pochi e negli orari giusti

Creato il 19 luglio 2014 da Antonioriccipv @antonioricci

Si è necessario fare molta attenzione ai raggi solari soprattutto nei piccoli.

Il sole è un amico dei bambini favorendo la calcificazione delle ossa, perché attiva la vitamina D presente sulla pelle. Ma l’esposizione al sole durante le vacanze estive può essere nociva.

La responsabilità delle radiazioni solari nell’induzione dei tumori della pelle è stata dimostrata da diversi studi. L’esposizione alla luce solare è, comunque, responsabile dell’invecchiamento precoce della pelle (photoaging) e della comparsa di rughe e macchie scure.

L’esposizione graduale e controllata ai raggi UV è molto importante soprattutto nei bambini, stimola la comparsa della pigmentazione (l’abbronzatura), l’aumento dello spessore degli strati superficiali della pelle, che contribuiscono a ridurre i danni del sole. Esiste una suscettibilità individuale agli effetti delle radiazioni solari che è dipendente dai fattori di protezione fisiologici presenti nella pelle quali la melanina, che ne determina il colore, e gli antiossidanti, che servono ad eliminare i radicali liberi generati dai raggi ultravioletti.

Il colore della pelle è controllato da diversi geni e tra questi un ruolo importante lo ha il gene che regola la risposta alla produzione dell’ormone che stimola i melanociti, che è modificato nei soggetti rossi o biondi e, come molto recentemente si è osservato, un gene che regola il trasporto degli ioni nella cellula analogo ad uno presente nello “zebrafish” un pesce molto studiato come modello.

Importante è quindi esporsi al sole con cautela in generale, le parti del corpo non abitualmente esposte e di conseguenza più sensibili con ancor maggior cautela ed utilizzare sempre prodotti con filtri solari.

Attualmente il concetto di fattore di protezione (in inglese SPF) dei prodotti antisolari è al centro di un vivace dibattito da parte delle Istituzioni Scientifiche e dell’industria cosmetica. I dati scientifici che indicano un ruolo importante della radiazione ultravioletta solare di tipo A (UVA) nell’induzione dell’invecchiamento cutaneo e suggeriscono un coinvolgimento nella carcinogenesi hanno portato allo sviluppo di prodotti efficaci anche nei confronti degli UVA oltre che nei confronti degli UVB che sono i responsabili delle scottature.

Assistiamo oggi ad un miglioramento delle qualità protettive degli antisolari.

La capacità protettiva di un antisolare viene calcolato in base alla capacità del prodotto di proteggere la pelle nei confronti dell’eritema, indotto dagli UVB (SPF). Considerando i molteplici effetti biologici che le radiazioni UV hanno sulla cute la ricerca sta lavorando per l’individuazione di altri “endpoints”, diverse dall’eritema.

Non è detto infatti che un prodotto capace di proteggere dall’eritema sia anche in grado di proteggere la pelle dalla cancerogenesi o dalle alterazioni del sistema immunitario indotte dai raggi UV solari.

Nella scelta di un prodotto per il sole, ed a tutte le latitudini in Italia o ai tropici, è bene quindi propendere per antisolari con SPF molto elevato, capaci di offrire un ampio margine di sicurezza e che contengano filtri sia nei confronti degli UVB sia degli UVA.

È comunque importante una corretta educazione all’esposizione solare e all’uso degli antisolari.

Un uso non ragionato degli antisolari può indurre a prolungare il tempo di esposizione al sole con conseguente aumento del rischio.

I prodotti più recenti abbinano alla presenza di molecole filtranti anche la presenza di antiossidanti e di emollienti.

Il concetto che si sta sviluppando è quello della fotoprotezione attiva, cioè non solo ridurre la quantità di raggi UV che raggiungono la cute, ma anche di aumentare le capacità di difesa. Sebbene la cute possieda un efficiente e vario network antiossidante, accade che molte sostanze ossidanti possono causare un danno critico, specialmente nei casi in cui i meccanismi di difesa si trovino a fronteggiare un sovraccarico. Per modulare l’equilibrio ossido-riduttivo, si può incrementare l’attività antiossidante cellulare tramite la somministrazione di antiossidanti come vitamine e sali minerali.

Quindi è bene evitare o limitare l’esposizione al sole nelle ore più calde della giornata, cioè fra le 11.00 e le 16.00, quando i raggi del sole colpiscono la terra perpendicolarmente e risultano più intensi. Se ciò non è possibile si devono utilizzare un cappellino a tesa larga e una maglietta di cotone.

E’ necessario lasciare alla pelle il tempo di abituarsi al sole e comunque proteggerla con filtri solari a fattore di protezione elevato, scegliendo prodotti non profumati per non attirare gli insetti e non causare irritazioni della pelle.

Meglio esporsi al sole con cautela, iniziando con 5 minuti e poi aumentare l’esposizione ogni giorno di alcuni minuti. In montagna i raggi del sole sono meno filtrati che al mare, il pericolo di scottature aumenta e quindi la pelle va protetta con attenzione ancora maggiore!

Attenzione alle giornate nuvolose perché i raggi ultravioletti (soprattutto UV-B) filtrano anche attraverso le nuvole e non solo abbronzano poco, ma è più facile che provochino scottature. Rammentare che i filtri solari perdono le loro proprietà con il passare del tempo e quindi non andrebbero riutilizzati se avanzati dall’anno precedente. I bambini non devono stare fermi al sole. Se si muovono, l’angolo delle radiazioni cambia continuamente in rapporto alla pelle e si allontana il rischio delle scottature. Inoltre bisogna far bere spesso i bambini e alla fine della giornata è importante reidratare la pelle con un doposole.

Se il bambino sguazza nell’acqua gran parte del giorno, è opportuno usare filtri solari resistenti all’acqua e rinnovare spesso l’applicazione (l’acqua aumenta l’intensità delle radiazioni solari!). La pelle delle persone di carnagione chiara e capelli biondi o rossi ha minor capacità di protezione e si brucia più facilmente; pertanto deve essere protetta con maggiore attenzione. In presenza di cicatrici o di esiti di varicella è bene comunque limitare l’esposizione solare, anche utilizzando i filtri solari.

Come abbiamo visto lo scopo dei filtri solari è soprattutto quello di assorbire una elevata frazione delle radiazioni UV-B, così da evitarne l’effetto arrossante, permettendo invece il passaggio di gran parte delle radiazioni UV-A, ad azione abbronzante. A questo proposito bisogna precisare che esistono diverse metodiche per calcolare il fattore di protezione solare o SPF (acronimo inglese di Sun Protection Factor): ve ne è una europea, una americana ed una australiana, e ciò rende non perfettamente comparabili i valori dell’SPF dei vari filtri solari in vendita nei diversi paesi.

Con una certa approssimazione si può dire che, a parità di capacità di protezione dai raggi solari, i valori espressi con la metodica americana sono più alti dei valori espressi con la metodica europea, per cui una crema prodotta ad esempio in Francia o in Italia con un fattore di protezione 10 proteggerà la pelle dalle scottature solari come una crema solare prodotta in USA con fattore di protezione 15.

Se, nonostante tutte le precauzioni prese, la pelle del bambino apparisse arrossata e se il piccolo riferisse bruciore, sarà necessario allontanarlo immediatamente dal sole, evitando che vi si esponga per alcuni giorni. Una crema lenitiva potrà dargli un po’ di sollievo, ma solo il tempo e la lontananza dai raggi del sole potranno guarirlo. La scottatura scomparirà nel giro di due – tre giorni.

Per i bambini sotto i 6 mesi di età è consigliabile l’esposizione indiretta al sole (sotto l’ombrellone arrivano comunque raggi riflessi dalla superficie del mare e dalla sabbia), preferibilmente nella prima metà del mattino e nella seconda metà del pomeriggio. È opportuno limitare l’uso di filtri solari, per la possibilità di reazioni allergiche. Se il bambino ha pochi mesi di vita, può giocare in una vaschetta riempita di acqua di mare lasciata scaldare al sole.

Se il bambino è più grande, si può lasciare sguazzare liberamente sul bagnasciuga o si può immergere direttamente in mare (ma non deve essere costretto controvoglia a entrare in acqua!). Il bagno può essere fatto anche dopo mangiato; solo nel caso di pasto molto abbondante o di acqua particolarmente fredda, è meglio attendere almeno 2 ore prima di immergerlo completamente.



Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :