La Terapia riabilitativa Posturale deve essere condotta come un “processo di apprendimento in condizioni patologiche” (Perfetti, 1986).
Il praticante deve essere messo in condizione di sviluppare un apprendimento motorio e posturale, confrontando sensazioni, posizioni, strategie motorie vecchie con le nuove, prendendo coscienza di tutto ciò allo scopo di stabilire nuovi punti di riferimento posturali sui quali rielaborare lo schema corporeo.
Nell’Ottica Biorelazionale quello che si manifesta a livello periferico come disagio, altro non è che la risultante di una comunicazione non più funzionale tra il distretto periferico e la sua rappresentazione corticale.
I contenuti che non riescono più a “viaggiare” sono contenuti percettivi esterocettivi e propriocettivi. Quello che si mira a ripristinare è la capacità del soggetto a raccogliere e decodificare i dati percettivi, sia esterocettivi che propriocettivi.
Nel percorso formativo che si attua durante un intervento sulla postura, ciò che più propriamente può essere educato è la ricezione e l’elaborazione delle informazioni sensoriali:
“solo un’educazione delle percezioni può condurre i centri superiori corticali ad esercitare un’influenza correttrice sui collegamenti sensitivo-motori automatici dei centri inferiori” (Lapierre, 1975).
L’educazione percettiva si basa essenzialmente su un lavoro di presa di coscienza delle afferenze degli stimoli sensoriali, la presa di coscienza implica “l’esercizio di una forma di attenzione incentrata sul proprio corpo e sulle sue modalità di funzionamento” (Le Boulch, 1975).
In altre parole, il soggetto seleziona i messaggi sensoriali, concentrando la propria attenzione sulle informazioni utili provenienti dal proprio corpo, dai propri movimenti, dall’ambiente, favorendo l’accesso alle informazioni specifiche utili e attenuando o escludendo le informazioni sensoriali disturbanti o interferenti col processo percettivo in atto.
Le funzioni fondamentali della percezione sono l’organizzazione degli stimoli ricevuti e la loro interpretazione. In queste due funzioni è coinvolta in varie modalità l’attenzione (Westen, 2002).
Potremmo definire l’attenzione come “il processo di focalizzazione della coscienza (consapevolezza) in grado di sensibilizzare maggiormente l’individuo nei confronti di una gamma limitata di esperienze che richiedono un’elaborazione più approfondita delle informazioni” (Westen, op. cit.).
Un funzionamento plastico della selezione corticale nei fenomeni attentivi permette all’individuo la focalizzazione ottimale sugli stimoli sensoriali e la loro codifica in chiave ego sintonica, aprendo le porte al funzionamento ottimale dei meccanismi che sottostanno alla consapevolezza: “monitoraggio continuo dell’azione e del contesto (Kihlstrom, 1987) e controllo di pensieri e comportamenti funzionali al raggiungimento di determinati scopi” (Mandler, Nakamura, 1987).
Il cervello al massimo della sua efficienza e vigilanza dimostra una specificità della corteccia cerebrale che permette di attivare soltanto le aree necessarie al compito del momento, lasciando inattive le aree irrilevanti (Goleman, 2003).
Ciò che è necessario ripristinare, in situazioni in cui è richiesta un’attenzione particolarmente intensa e focalizzata sui dati sensoriali, come a nostro avviso è necessario che accada nel setting d’intervento sulla dinamica posturale, è il meccanismo di attivazione-disattivazione dei sistemi corticali di attenzione focalizzata in modo da garantire la specificità ottimale della risposta cerebrale alla domanda ambientale (Goleman, op. cit) e propriocettiva.
Quindi, considerate queste premesse, si comprende come sia di indubbia utilità per il miglioramento della funzionalità posturale ripristinare il canale comunicativo tra corteccia cerebrale (schema corporeo) e distretti corporei, allenando, migliorando, la capacità attentiva del cliente, considerata l’importanza centrale che essa riveste nella qualità della performance percettiva.
La nostra proposta operativa è quella di inserire, all’interno di ogni seduta di lavoro posturale, degli esercizi che allenino le capacità del soggetto di attivare, in modo fluido e ottimale, le proprie risorse cognitive verso i dati sensoriali che informano la corteccia cerebrale circa lo stato globale della “Dinamica Posturale”.
Il training dell’attenzione proposto mira proprio a migliorare la competenza attentiva del soggetto affinché possa aumentare la sua competenza nel catalogare e analizzare precisamente i dati sensoriali (esterocettivi e propriocettivi) che compongono il “testo” della dinamica posturale.