Negli anni Ottanta giocavo a Tetris e sentivo da ogni parte gente che diceva: “Fai attenzione, mirano al controllo della tua mente!” Così immaginavo quelli che miravano al controllo della mia mente come i cattivi dei film di fantascienza. Poi ho visto un’intervista a Henk Rogers, che è colui che comprò i diritti di Tetris e distribuì il gioco negli Stati Uniti, e ho visto un’intervista a Aleksej Pažitnov, che è l’inventore del gioco. Entrambi sono dei cinquantenni con barba brizzolata, espressione docile e cordiale, occhi colmi di umanità. Ho pensato che in realtà a nessuno importava un fico di controllare la mia mente, e ho iniziato a riconsiderare con più clemenza gli anni Ottanta.
Cercavo un software di progettazione di planimetrie online, mia sorella mi ha consigliato floorplanner. Da giorni disegno planimetrie e incastro elementi di arredo calcolando lo spazio al millimetro. Rifletto sovente sul fatto che disegnare planimetrie equivale a immaginare complesse relazioni familiari, intere vite. Disegnando le planimetrie mi è tornato alla mente Tetris. Le persone della mia generazione hanno speso l’adolescenza giocando a Tetris nonostante fossero a conoscenza che, data la struttura del gioco, una partita di Tetris si conclude ineluttabilmente con una sconfitta.