Poi mi chiedo anche se ancora si possa, oltre a fare ciò, compiere qualche 'azione', e nella deriva politica (e ancor prima culturale) attuale, penso in primis - come ho scritto più volte - che il cambiamento dovrebbe cominciare da noi stessi, così come che nella società ipertecnologica attuale - dominata dagli interessi forti della finanza - proteste quali manifestazioni di piazza, anche quando vedano una partecipazione numerosa, non servano più a nulla perché proprio noi non contiamo più nulla di fronte a chi dovrebbe solo regolamentare e non depredarci. Di contro a scioperi e occupazioni a oltranza che potrebbero invero funzionare, così come - sebbene la veda meno realistica - la capacità, volontà e determinazione di diventare 'tecnici' noi stessi potrebbe portarci a confrontarci ad armi pari con lorsignori, e magari spuntarla.
E poi, più ingenuamente, ma coerentemente con la mia identità e il modo in cui penso alla mia vita e al mio (insignificante - come una goccia nell'oceano - ne sono ben cosciente) ruolo in questo mondo, penso anche che bisognerebbe forse fare qualche azione di massa a livello simbolico sia per dare una sveglia ai begli addormentati nel bosco della tv degli ultimi vent'anni, sia per affossare nella vergogna e nella devastazione emotiva i lorsignori in questione. Penso ad azioni sceniche, teatrali, mediatiche così inaudite e disperate e su numeri così grandi da non poter passare inosservate. Mi chiedo anche, però, cosa sia possibile fare più di quanto Occupy, Anonymous, e qui anche solo (si fa per dire) i NoTav stiano già facendo.
Ché tutte le pensate simboliche che mi vengono sono altamente autodistruttive, se devono far capire ai più, inclusi i nostri carnefici, che ci stanno uccidendo e una coscienza, da qualche parte, questi ultimi devono pur averla: sono persone anche loro, non è possibile che l'abbiano uccisa - altrimenti come fanno a respirare ancora? Cosa tiene in vita un essere umano se non il 'provare qualcosa'? :-( Cosa si potrebbe fare, mi chiedo? Ché le microcariche controllate, ma esplose in sequenza, a volte provocano fragilità tali nelle strutture che alla fine queste man mano implodono...
Vi lascio con un'immagine bella e intensa - quella più famosa di Banksy - da lui stesso reinterpretata per la mostra Art in the Streets. Altre foto le trovate qui.