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Attilio Maccioni. La morte del costume sardo.

Creato il 10 febbraio 2015 da Paolomattia
Sardegna senza folkloreL’Unione Sarda 26 giugno 1950Abbandonato il costume vestono con pessimo gusto. I costumi tradizionali sono stati messi in prosa delle donne sarde, e se ne è ottenuto un surrogato che fa rimpiangere il perdutoIl brano che segue è tratto  dalla raccolta di articoli di Attilio Maccioni "Passeggiate" in fase di elaborazione per la pubblicazione ad opera del figlio Paolo. La fotografia dal sito web: Osilo.… Pieghettate gonne ampie e ruvide d'orbace con quel grand'orlo di damasco rosso come il fiore del melograno; … le belle camicie candide, scollate tirate in minutissime pieghettine sui seni e sotto i seni tenute dal laccio del corsetto sì che il petto statuario esplodeva dall'armonica composizione dominata dalla trina della scollatura e conclusa dai bottoni d'oro figuranti gemini seni col vortice di corallo. E quando nei giorni di festa o di cerimonia il costume era reso nelle sua assoluta verità decorativa, cioè era del tutto immacolato, le giovani già ai primi caldi di primavera si rimboccavano le maniche della camicia ampie, candide, quasi visibilmente odorose e ne lasciavano nascere le lisce braccia che ne parevano trasformate in tepidi fiori sbocciati in delicato giro di petali.
Attilio Maccioni. La morte del costume sardo.
… il costume di Osilo, onda di spume, di trine, di gale e di armonie … da annoverare tra i più belli della Sardegna se pure non ne sia il miglioreNon piangerò dunque la morte del costume. Ma devo riconoscere che è morto male. E di fronte al cattivo gusto di cui hanno dato prova le donne dei nostri paesi c'è da pensare se la razza non sia troppo mutata da quella che tessendo la lana e il lino nelle stanzette piene dì sole e odorose di basilico e di garofano, aveva saputo disegnare, creare, ricamare una foggia di abbigliamento così consona al carattere, al tipo etnico ed anche alla tinta dell'epidermide delle fanciulle dì allora. Attilio Maccioni

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