Sono stato raggiunto da una mail con dentro un quesito piuttosto interessante: che selezione farei se dovessi creare una nuova squadra in una nuova società?
Chi mi scrive pone sè stesso davanti ad un bivio: prediligere la potenzialità fisica o quella tecnica ? Diciamo che, spinto da diverse sirene, pronte a misurare in altezza i genitori piuttosto che gli atleti, si chiede se non sia un eccesso se realizzato in realtà non di alto livello.
In effetti la "Rudic Era" spinse un pò tutte le società a lavorare su prospetti dotati fisicamente, a discapito di altri che, pur avendo talento da vendere non avrebbero mai raggiunto il metro e ottanta, nè fatto 15 volte i 200 metri in 2'30".
Mi preme dare una risposta proponendo le mie convinzioni su questo campo, innanzitutto per rispondere alla domanda, e poi per aprire qui un dibattito anche tecnico, che non può mancare in un blog che ha la pretesa di voler proporre la crescita della pallanuoto a 360°.
Semplicemente io non andrei per il sottile. Prediligere il talento fisico a quello tecnico? perchè mai? Se anche volessi costruire giocatori di valore mondiale non potrei prescindere da entrambe le caratteristiche, che non sarebbero comunque sufficienti, in quanto ne mancherebbe almeno una terza che individuo nella sfera psicologica.
Ecco, se dovessi ripartire da zero per costruire una squadra giovanile punterei tutto sulla competizione interna, quindi molto sulla sfera psicologica. Lavorerei su questa leva e creerei una base, un ambiente in cui si respira competizione, magari costituito da 15 atleti di 15 anni alti 1mt40 ma dotati di una grande volontà, su cui innestare successivamente altri atleti, questi si, magari più dotati fisicamente, ma che verrebbero quotidianamente messi alla prova da ciò che richiede l'ambiente fino a formarsi sotto il profilo volitivo.
Sempre nella mia ipotetica società da costruire darei poi maggiore importanza alle qualità tecniche, che sono certe oggi e non presunte in futuro: le mie scelte devono essere premianti nei confronti degli atleti, che non devono sentirsi dei predestinati perchè oggi sono schiappe ma domani, avendo genitori alti 2mt10 potrebbero essere chissà cosa (chissà dove...); nè al contrario devono sentirsi ingiustamente superati da atleti più aitanti ma meno preparati.
Quel che fa differenza nella mia società ideale è l'ambiente su cui costruire le generazioni successive: solo così potrò domani costruire talenti capaci di ambire a traguardi elevatissimi, avendo tutte le carte in regola.
Ecco in sintesi le mie priorità:
1. capacità volitive
2. qualità tecniche
3. potenziale fisico
E voi che priorità dareste?