Il vero obiettivo dell’esperimento è stato mascherato, presentando lo studio come volto ad indagare l’influsso di certe sostanze farmacologiche sulla vista. A tutti i soggetti è stato spiegato che gli sarebbe stata iniettata una sostanza, la Suproxina, consistente in un composto di vitamine. Le sostanze realmente iniettate sono state ben diverse: ad unaparte dei soggetti è stata fatta una dose di epinefrina (mediatore chimico del sistema simpatico), mentre alla rimanenza dei soggetti, il gruppo di controllo, è stato iniettato un innocuo placebo. Naturalmente a tutti è stato detto che l’iniezione era di Suproxina.
Gli effetti dell’epinefrina sono: palpitazioni, tremori muscolari e talvolta un’impressione di intensificazione e accelerazione della respirazione.
Prima di ricevere l’iniezione ad una parte dei soggetti è stato detto che la Suproxina poteva generare proprio questi effetti collaterali (gruppo informato), ad un’altra sono state date informazioni incomplete (gruppo suscettibile d’analisi personale), mentre ad un altro gruppo, così come a quello di controllo, non è stata data alcuna informazione.
Queste informazioni sono state fornite o meno in modo d’alterare lo stato d’arousal e per procedere successivamente, tramite la presenza di un complice all’interno della stanza, alla manipolazione del contesto cognitivo di riferimento.
I soggetti sono stati portati, tramite tecniche precedentemente riconosciute efficaci, ad interpretare in senso psicologico lo stato corporeo sui versanti dell’euforia o della rabbia.
I risultati ottenuti tramite osservazione diretta e questionari self-report, poiché gli stati dei soggetti di controllo risultavano ancora incerti, infatti mostrarono un’attivazione emotiva inferiore ai soggetti male o non informati, ma maggiore a quelli informati, furono in linea con le ipotesi del gruppo sperimentale, poiché solo quelli male o non informati attribuirono al loro stato fisiologico un significato emozionale di rabbia o di euforia in base alle caratteristiche del contesto socio cognitivo creato dagli sperimentatori.
Benché lo studio sulle emozioni sia progredito notevolmente grazie agli esperimenti di numerosi autori, l’importanza di questo modello non va sottovalutata, poiché, da qui in avanti, l’emozione verrà concepita come un fenomeno che si scatena nel corso dell’interazione dell’individuo con il proprio ambiente e che da luogo a sensazioni soggettive la cui natura dipende dal significato che viene attribuito alla situazione.
Circa i limiti possiamo dire che questo esperimento fu variamente ripetuto, ma solo in un caso si ottennero risultati uguali. Pur se non totalmente disconfermato, come mostrato da Cotton, esso si presta a varie critiche anche per la situazione un po’ troppo artificiale in cui il contesto emozionale è stato realizzato.
Nonostante questo è sicuramente stato un capitolo fondamentale della psicologia sociale.