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Attraversando la campagna inglese

Creato il 18 maggio 2015 da Viaggimarilore

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Esiste il mito della campagna inglese: un luogo sospeso nel tempo, fatto di pascoli verdi e dolci colline ove pascolano greggi di pecore e cavalli dalle zampe coperte di lungo pelo. Non ti stupiresti di vedere spuntare ad un certo punto su una strada sterrata un uomo alla guida di un carro, o di veder correre nei campi bambine con le cuffiette in testa e dalle lunghe gonne fruscianti di mille strati di tulle. Bisogna ringraziare la letteratura inglese dell’Ottocento e tutto il cinema che ad essa si ispira se questa visione bucolica made in UK appartiene al nostro (o almeno al mio) immaginario.

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Così in effetti immaginavo la campagna inglese: un succedersi ininterrotto di prati verdi, di pascoli, di ville di campagna, dolci pendii e cieli infiniti. Magari qualche carrozza qua e là. E devo dire che, carrozze a parte, tutto dell’idea che avevo corrisponde: campi coltivati, verdi pascoli e giallissimi campi di trifoglio in fiore si alternano a perdita d’occhio sotto un cielo senza fine. Se la fortuna ci assiste possiamo attraversare questa campagna in una bella giornata luminosa, magari con qualche nuvola birichina qua e là, che ogni tanto nasconde il sole, facendo filtrare i suoi raggi e arricchendo così di nuove luci questo elegante paesaggio.

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Sì, il paesaggio della campagna inglese è elegante, sobrio, ma soprattutto tranquillo, pacato e rilassante per chi lo attraversa magari distrattamente in treno, come ho fatto io. Guardi fuori dal finestrino e non puoi far altro che contemplare la dolcezza di questi dolcissimi, quasi inesistenti pendii, di tanto in tanto interrotti da un tratto di boscaglia o, al contrario, da un paesino in mattoni rossi e tetti a spioventi molto acuti: perché oggi qui c’è il sole, ma spesso piove, come tutti sanno; altro mito che riguarda l’amata Inghilterra.

La cosa che colpisce di più l’attenzione è l’improvvisa esplosione di luce che accendono i campi di trifoglio in fiore: un giallo chiaro, intenso, che buca lo sguardo sia che la giornata sia illuminata dal sole che, al contrario, sia plumbea per la pioggia imminente. Un giallo che difficilmente si dimentica, un giallo che rimane negli occhi per km e km, mentre il treno corre allontanandosi da Londra per raggiungere Birmingham.

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Due ore di viaggio durante le quali il paesaggio non muta particolarmente, ma non annoia: il monotono susseguirsi di campi verdi e gialli ogni tanto ci regala qualche variazione sul tema, come un fienile lungo la cresta del pendio, un trattore che lavora, un gregge di pecore al sole, i cavalli nei loro recinti, coperti per proteggerli dal freddo, una stazione del treno immersa nel verde, con le panchine in legno quasi nascoste dalle fronde degli alberi, un paesino poco distante dalla ferrovia, una strada che attraversa i campi.

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L’aria fuori è ancora frizzantina, nonostante sia maggio inoltrato, la giornata è tersa, e qualche nuvola qua e là disegna un cielo che qualunque fotografo vorrebbe fotografare. Un bel paesaggio da dipingere, da immortalare e da portarsi nel cuore.


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