AU / Acqua

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” L’acqua è presente sul pianeta in enormi quantità. In effetti, però, per la maggior parte non è utilizzabile, se si pensa a quella salata che costituisce gli oceani e a quella dei ghiacciai.
La rimanente quantità, che utilizziamo per il fabbisogno dell’umanità, al momento potrebbe considerarsi sufficiente, ma le risorse non sono illimitate. La necessità aumenta in maniera esponenziale con l’incremento della popolazione mondiale, e nel giro di pochi anni l’approvvigionamento potrebbe diventare critico.
A questo si aggiunge l’incuria e l’irresponsabilità dell’uomo che spreca e inquina le risorse d’acqua nel nome del progresso, del consumismo e degli interessi economici.
Si stima che nei prossimi vent’anni il consumo sia destinato a crescere del 40 %. Inoltre, già oggi, gran parte della popolazione mondiale non ha accesso a fonti di acqua pulita: fra queste, le popolazioni mediorientali.
Nei tempi antichi, e fino a qualche decennio fa, queste fonti esistevano, disseminate sul territorio: si chiamavano oasi. Oggi, dopo la costruzione di dighe da parte della Turchia negli anni ‘70 e della Siria negli anni ’80, e il prosciugamento inesorabile di 15.000 kilometri quadrati di suolo iracheno, deciso dal regime, tutto è cambiato: dove c’era fertilità, c’é deserto e desolazione.
La Banca Mondiale stima che nel 2035, il 90% della popolazione dell’Asia Occidentale, compresa la penisola araba, si troverà senz’acqua. La poca che sarà ancora disponibile si riverserà nelle aree urbane, mentre le campagne affogheranno inesorabilmente nell’aridità.
L’accumulo di rifiuti delle grandi aree urbane e industriali, nel corso degli anni, ha costituito un ulteriore pericolo e danno per l’integrità di questo prezioso bene.
Falde acquifere inquinate da sostanze tossiche, materiali non biodegradabili provenienti da discariche, si accumulano nei canali e negli oceani.
L’opera emula la rappresentazione inquietante, evocata dalle immagini mediatiche, di isole formatesi interamente dall’accumulo di rifiuti.“