Un po’ più su di qua i boati-scoppi-boh continuano, io non li ho ancora mai sentiti, il che dovrebbe forse rassicurarmi, e non farmi pensare, chessò, a un fenomeno così catastrofico che non si salveranno neanche i fossili.
A ogni modo, è arrivata qualche televisione, sentori di civiltà e indigeni in posa plastica e costume folkloristico daghestano.
Se vai al mercato, o al supermercato, o dal benzinaio, soprattutto da quello neo-romantico, se ne sentono di ogni,
L’é l’acqua, no l’é l’acqua, l’é al teremot, no l’é al teremot, la vien zo la montagna, no la vien zo la montagna, la vien zo l’autostrada, e se la vien zo l’autostrada no ‘nden nianca pì in autostrada.
Non sono paranoica e catastrofista, no no, mai stata. Solo ultimamente mi perdo e ho le visioni, giornalisti di Studio Aperto che trafugano foto di famiglia, che dicono Era a un passo dalla laurea, finisce così, all’apice della sua carriera di blogger [?], era studiosa e solare […]. Vedo reading con estratti da Inbassoadestra a La Vita in Diretta, le stavano anche preparando il papiro, Lorena Bianchetti ne ottiene degli estratti, constata che le rime più forbite sono culo/mulo e cazzo/pazzo, desiste, li usa per la sua autobiografia. Una fine, francamente indegna.