Nel post di oggi voglio parlarvi di Aubrey de Grey, un noto ricercatore inglese che dedica la sua vita alla messa punto di strategie per fermare l'invecchiamento biologico. Prima di interessarsi alla biologia cellulare e molecolare e studiare da autodidatta la biogerontologia (la scienza che studia il processo biologico dell'invecchiamento), de Grey ha studiato informatica all'università di Cambridge, dove si è laureato nel 1985. Nel 1999 ricevuto un dottorato ad honorem dall'università di Cambridge per la pubblicazione della sua teoria sull'invecchiamento e i radicali liberi mitocondriali esposta nel libro "The Mitochondrial Free Radical Theory of Aging". Dal 2005 la sua attività si è concentrata su un dettagliato piano chiamato "Strategies for Engineered Negligible Senescence" (SENS, "Strategie per un invecchiamento trascurabile") che punta a sviluppare metodi per prevenire il declino fisico e cognitivo legato all'avanzare dell'età. Nel 2007 de Grey ha pubblicato il libro Ending Aging nel quale spiega a fondo gli aspetti scientifici, politici e sociali dell'agenda del SENS. Infine nel marzo 2009 ha fondato in California la SENS foundation, una organizzazione no-profit nella quale ricopre attualmente il ruolo di capo responsabile scientifico. La fondazione lavora per "sviluppare, promuovere e assicurare un accesso generalizzato alle soluzioni di medicina rigenerativa per combattere le disabilità e le malattie legate all'invecchiamento", concentrandosi sulla strategia da lui stesso messa a punto. Con il SENS Aubrey de Grey sfida uno degli assunti di base della condizione umana; che l'invecchiamento sia inevitabile. Il Biogerontologo inglese sostiene che l'invecchiamento sia a tutti gli effetti una malattia e come tale possa, e debba, essere "curato". Il suo piano per raggiungere questo incredibile obbiettivo è quello di individuare tutti i processi biologici patologici e le specie biochimiche che costituiscono, a livello molecolare, la base biologica dell'invecchiamento ed escogitare dei metodi per eliminarli. Come si più immaginare con un obbiettivo così ambizioso, un curriculum così insolito (e soprattutto una simile barba!;) ) Aubrey de Gray è un vero e proprio "magnete" per le controversie. A tutt'oggi non c'è pieno accordo nella comunità scientifica sulle idee di de Gray; diversi scienziati le considerano alla stregua di sogni, non realizzabili nel breve periodo. Per questo il SENS rientra a pieno titolo nella categoria della "fringe science" di cui ho parlato nel primo post di questo blog. L'opposizione del mondo accademico è stata particolarmente intensa nei primi anni; in un articolo della rivista scientifica Technology Review pubblicato nel 2005 gli autori hanno criticato l'intero progetto come "ovviamente" irrealizzabile, il che ha dato luogo ad un aspro dibattito con lo stesso de Grey. Tale dibattito ha portato alla SENS Challenge, ossia una sfida lanciata dalla stessa rivista che prevedeva un premio di 20.000 dollari a chiunque riuscisse a fornire una dimostrazione dell'infondatezza delle teorie del biogerontologo britannico che soddisfacesse determinati requisiti di scientificità. La rivista ha poi selezionato una giuria indipendente comprendente scienziati del calibro di Craig Venter e Nathan Myhrvolde. Le argomentazioni proposte contro le idee di de Gray sono state cinque ma nessuna di esse è stata giudicata in grado di superare la sfida. La reazione di de Grey è stata: «il risultato della SENS Challenge è un'accusa a quei gerontologi che hanno etichettato SENS come "non scientifico" in modo superficiale, senza studiarne i dettagli. I giudici della SENS Challenge hanno pienamente ragione nel descrivere il SENS come un progetto ingegneristico radicale e necessariamente speculativo, ma legittimo e meritevole di considerazione». Negli anni successivi sempre più scienziati hanno dato la loro approvazione e il loro appoggio alle idee di de Grey (in proposito basta guardare come tra i consiglieri scientifici della SENS foundation spicchino i nomi di ricercatori delle più rinomate istituzioni di ricerca a livello internazionale). Di recente ricerche come quella di cui abbiamo parlato in altri post hanno corroborato la validità degli approcci anti invecchiamento proposti dall'eccentrico biogerontologo, inoltre non si può non constatare come la "primavera della scienza della longevità" che ci troviamo a vivere in questi anni faccia sì che le tesi di de Grey appaiano sempre più fondate (in proposito potete leggere questi due vecchi post; "Medicina rigenerativa - Stampare organi" e "Sconfiggere l'invecchiamento - La prossima sfida per la scienza").
Ma vediamo un po’ più nel dettaglio quali sono le idee di de Grey. La convinzione di base (non completamente dimostrata ma ragionevole alla luce delle conoscenze scientifiche attuali) è che l'invecchiamento sia dovuto all'accumularsi, a livello molecolare e cellulare, di effetti collaterali prodotti dal metabolismo e che il metabolismo stesso non è in grado di eliminare. L'accumulo di tale "spazzatura" fa progressivamente diminuire l'efficienza dell'organismo, finché esso diventa incapace di difendersi dalle malattie o di mantenere in funzione gli organi vitali. La morte è semplicemente l'inevitabile effetto ultimo di tale accumulo. Le cause note dell'invecchiamento sono riconducibili a sette categorie e da oltre 20 anni non se ne scoprono altre, nonostante le continue ricerche e il netto miglioramento delle tecniche usate:
Rifiuti:
1) extracellulari (anno della scoperta: 1907)(responsabili ad es. del morbo di Alzheimer)
2) intracellulari (1959)(responsabili ad es. dell'arteriosclerosi)
Cellule:
3) cellule morte che non vengono rimpiazzate (1955)
4) cellule dannose che vengono accumulate (1965)(come ad es. il grasso viscerale)
Mutazioni:
5) nei cromosomi (1959)(responsabili dei tumori)
6) dei mitocondri (1972)(responsabili delle malattie mitocondriali)
7) legami reciproci extracellulari tra proteine (1981)(responsabili, ad es., dell'irrigidimento delle pareti arteriose)
De Grey ritiene che la via più rapida per conquistare la longevità non sia quella di rallentare o impedire l'accumulo di tali danni (che è l'approccio della gerontologia), perché ciò significa dover modificare il funzionamento del metabolismo e quindi dover arrivare prima alla comprensione di processi biologici molto complessi. Secondo lui una strategia più efficace consiste nell'accettare il fatto che tali danni si accumulino ma mettere a punto terapie in grado di riparare ognuno di essi prima che raggiungano un livello patologico. In tal modo chi si sottoponesse periodicamente a tali terapie potrebbe sperare di prolungare la propria vita per un tempo indefinito: ogni 20 - 30 anni il proprio orologio biologico verrebbe riportato indietro. Il SENS ha già teorizzato almeno una possibile soluzione per ognuna delle note categorie. Secondo de Grey le prime terapie potrebbero divenire disponibili entro una trentina d'anni. A tal proposito de Grey ha ideato il concetto di V.F.L. - Velocità di fuga della longevità. Secondo il biogerontologo le prime terapie che saranno disponibili non saranno in grado di riparare il 100% dei danni accumulati, ma solo di restituire alcuni decenni di vita. E' probabile però che le stesse terapie finirebbero per risultare sempre meno efficaci ad ogni successiva somministrazione (a causa del sempre maggior accumulo dei danni non ancora riparabili). Per ottenere di nuovo gli stessi risultati sarebbe dunque necessario un continuo miglioramento delle cure. In questo modo, nel giorno in cui il progresso tecnologico riuscisse a "battere in velocità" il progredire dell'invecchiamento, impedendogli indefinitamente di raggiungere livelli letali, diverrebbe possibile non morire più di vecchiaia: ogni nuovo potenziamento restituirebbe gli anni di vita necessari per poter beneficiare del potenziamento successivo. Secondo de Grey comunque ci vorranno secoli per poter arrivare a sviluppare una cura perfetta e poter persino scegliere la propria età biologica.
Voglio concludere questo post con una mia riflessione personale. E’ positivo avere dei progetti e obbiettivi a lungo termine, questi danno speranza in un futuro migliore per cui lottare. Progetti, obbiettivi e speranze sono qualcosa che, a mio parere, manca molto alla nostra società, soprattutto negli anni di crisi economica e sociale che ci troviamo a vivere. Le speculazioni su mind uploading, nanotecnologia molecolare e progetti come il SENS sono proprio questo, tracciano una possibile strada verso un futuro migliore e si prestano anche bene a diventare delle vere e proprie "roadmap", utili per lo sviluppo dei rispettivi campi.
Per questo penso che progetti come quello di Aubrey de Grey abbiano un valore intrinseco, aldilà del fatto che riescano poi a raggiungere i propri ambiziosissimi obbiettivi entro i tempi preventivati.
Fatta questa mia piccola riflessione non mi resta che lasciare la parola allo stesso de Grey e, come sempre, augurarvi buona visione!