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Audiovisivi, la pirateria online costa 500 milioni (Il Sole 24 Ore)

Creato il 29 gennaio 2014 da Nicoladki @NicolaRaiano

Audiovisivi, la pirateria online costa 500 milioni (Il Sole 24 Ore)

Rodolfo De Laurentiis

L'industria televisiva italiana scende in campo contro la pirateria on line. Un italiano su tre fruisce di contenuti audiovisivi non originali, con un danno di 500 milioni per il solo settore audiovisivo. E' dedicato alle "nuove regole per nuovi scenari digitali" il primo convegno di Confindustria Radio Tv, l'associazione di categoria che, dal giugno dello scorso anno, rappresenta tutti i grandi operatori televisivi privati nazionali, le maggiori emittenti locali, le radio locali e nazionali e la Rai.
Secondo le stime statunitensi il tasso di pirateria in Italia è sceso al 48% rispetto al 52% del 2012, tanto che il nostro Paese è uscito dalla black list, ma resta sorvegliato speciale.
Quantificare con precisione un fenomeno sommerso e articolato come la pirateria sul Web e i relativi danni in termini di mancati introiti al settore è impresa titanica. Secondo le stime della Siae, i danni da download illegale sarebbero pari, nel 2013, a tre miliardi di euro annui, di cui la metà a danno di musica e film e quasi altrettanti per il software illegittimo. I 500 milioni per l'audiovisivo sono una stima della Fapav, la federazione antipirateria e dell'Ipsos del 2011.
Il presidente di Confindustria Radio Tv, Rodolfo De Laurentiis, sottolineerà come, a fronte delle perdite prodotte dalla fruizione non autorizzata di contenuti video, l'industria televisiva, che fattura circa nove miliardi di euro l'anno, occupando 29mila dipendenti, abbia investito, negli ultimi quattro anni, circa due miliardi di euro nella produzione originale (sia pure in calo rispetto ai livelli degli anni precedenti, con il 2012 come minimo storico).
Il ruolo della tv è centrale anche per il cinema italiano, perché contribuisce al 34% degli investimenti totali con il solo acquisto dei diritti. Il passaggio al digitale terrestre ha moltiplicato per dieci i canali nazionali esistenti, con sedici editori a contendersi gli ascolti e l'attenzione del pubblico. Allo stesso tempo, la tv, nell'era del Web - sono stimati in circa 17 milioni gli italiani cui capita di guardare contenuti tv in Rete - rafforza i suoi ascolti, pur frammentati, con oltre quattro ore e mezzo di consumo medio giornaliero.
Marco Meleper "Il Sole 24 Ore"

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