Ora che il matrimonio più osannato e più “lungo” (due giorni per un matrimonio civile mi sembrano decisamente tanti) dell’anno è apparso sulle pagine dei rotocalchi possiamo tirare un sospiro di sollievo e tornare ad occuparci di cose più serie.
Si è trattato di un evento mondano dal sapore d’altri tempi, con motoscafi sfreccianti in laguna, alta moda, tappeti rossi e paparazzi appostati dovunque nella splendida (quella sì) cornice della città più romantica del mondo che ha fatto da sfondo con la sua eleganza un po’ decadente, con la sua atmosfera dolce e un po’ malinconica ad una festa che forse sarebbe stato meglio celebrare (che so?) a Las Vegas.
Mi auguro, e auguro agli sposi) che la favola iniziata con tanto sfarzo e tanto interesse da parte dei media duri più di un battito di ciglia, ma francamente la felicità della coppia non è nella cima dei miei pensieri.
Penso piuttosto ad un’altra coppia che, tra pochi giorni, vivrà il trentasettesimo anniversario di matrimonio, un matrimonio celebrato senza tanto sfarzo, senza paparazzi, senza clamore, ma con altri ingredienti più essenziali: amore e rispetto.
Sono stati trentasette anni di quieta normalità, con tante gioie e tanti dolori, nei quali abbiamo imparato a convivere con la paura della separazione, ma comunque sono stati anni e mesi e giorni felici e irripetibili.
E dopo trentasette anni siamo ancora qui, legati da questo amore che è forte come una roccia e delicato come le ali di una farfalla.