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Auguri tesoro…

Creato il 17 marzo 2011 da Lamagadioz

Carissima….
lo so che oggi sei sulla bocca di tutti e quasi quasi non ne puoi più. Lo so, ma io gli auguri te li faccio lo stesso.

Non ho mai sentito suonare l’inno così tanto come oggi…non ho mai visto sventolare così tante bandiere tricolore come in questi giorni….che quasi mi domandavo se non vi fossero partite di calcio importanti in cui giocasse la nazionale…e invece ho dovuto ricredermi perché quelle bandiere erano solo per te.

Ieri ho visto una trasmissione su Rai 1 dedicata al tuo compleanno. Avevano organizzato una delle tante celebrazioni a Roma, in piazza Venezia, di fronte al Vittoriano e alla tomba del Milite Ignoto.

Io non potevo credere ai miei occhi. La piazza era gremita come non mai, non c’era uno spazio vuoto.
Tutti sventolavano bandierine in tuo onore, tutti cantavano a squarciagola la tua canzone preferita.

Era tardi, non ricordo l’ora. Ero a letto, giravo i canali annoiata e assonnata, e poi è comparsa questa visione.
Mi sono ripresa e non ho detto niente. Ho solo continuato a guardare quelle migliaia di persone stipate in piazza per renderti onore…e poi la vista mi si è annebbiata.
I contorni di quelle figure si sono sfuocati, le luci si sono fuse nello schermo e sentivo brividi in tutto il mio corpo.

Stavo piangendo.

Piangevo per te? Non lo so, ma di certo ero felice.

Ti meriti le mie lacrime, tesoro mio, ti meriti i canti di migliaia di persone. Ti meriti tutto questo e molto altro.

Per una volta la gente ha deciso di commemorarti come meriti, con i canti che attraversano tutto il paese, i bambini che si divertono a cantare e storpiare la tua canzone, i ragazzi che fanno trenini umani per le strade di Roma e Torino tutti colorati di verde rosso e bianco, i tuoi colori preferiti.

Sono i colori indossati da una donna, lo sapevi? Smeraldi verdi come la speranza; perle bianche come la fede; rubini rossi come la carità (o il sangue versato dagli italiani per la loro patria)…sono i colori di cui Dante Alighieri veste Beatrice («sovra candido vel cinta d’uliva/donna m’apparve, sotto verde manto/vestita di color di fiamma viva», Purgatorio XXX, 31-33)…

Io ti immagino tutta vestita di questi colori…affacciata da un balcone, da qualche parte in cielo…mentre ti gusti il tuo compleanno.

:-)

Ma sei amareggiata, lo so. Ti immagino guardarci con il viso tra le mani e gli occhi lucidi.

Anzi, diamo il vero nome alle cose: sei incazzata nera. No rossa, verde o bianca. Sei nera.

Perché da domani tutto questo non ci sarà più. Le frecce tricolore torneranno a sfrecciare più per sfizio e parate estive che per celebrarti davvero…da domani l’ipercoop sotto casa mia staccherà le bandierine tricolore di plastica appese sopra le casse manco fossero cartelli con l’ultima promozione del mese…
Da domani la tua canzone sarà cantata solo dagli sportivi chiamati a rappresentare la nazione nelle gare agonistiche in tutto il mondo (e questo, diciamolo, ci fa piacere).

Da domani, cara mia, finirà tutto.
Finiranno i festeggiamenti, le piazze si svuoteranno. Si riempiranno di nuovo per manifestare contro qualcuno o qualcosa, contro nani o ballerine, contro aziende e imprenditori.
Contro qualcosa. Sempre e comunque.

Mai più si riempiranno per celebrarti, cara mia. Magari tra cinquant’anni, giusto perchè cade bene…

Da domani Bruno Vespa tornerà a fare Porta a Porta perché solo quello gli riesce bene e lascerà in pace Pippo Baudo che è meglio che presenti Sanremo…con le canzoni è a suo agio…con le celebrazioni della Storia, direi un po’ meno…e non me ne voglia il Pippo nazionale…

Da domani finirà tutto.

Non piangere.

Oggi è quello che conta, giusto?
Almeno c’è stato un giorno in cui i tuoi figli si sono fermati per contemplarti davvero, per canticchiare la tua canzone su cui ancora oggi ci sono polemiche (Caro Beppe, il tuo Va Pensiero è fenomenale, ma il Mameli ha qualcosa in più….ce lo vedi un bambino a cantare con il vocione grosso grosso la tua canzone? Io no….facciamo che l’inno sia il più popolare e orecchiabile possibile, ok? Sei un grande lo sai…la Musica ti ricorda per altre importanti opere…lasciamo al Mameli questo onore, che ne dici?).

Oggi forse qualcuno comincerà a domandarsi se sia veramente il caso di buttarti via, cara mia.

Se è giusto andarsene, lasciarti stare, lasciarti marcire….se è giusto criticarti, dirti che ti sei venduta ai potenti e non sei stata in grado di risollevarti…ti diranno che stai facendo scappare i tuoi giovani…che ti stai corrompendo…che tutto quello che i nostri antenati hanno fatto per te è stato dato in pasto al nulla….

Ti diranno che è solo colpa tua.

Non piangere.

Io lo so che non è vero. E, lo ammetto, ho dovuto abbandonarti per capirlo.

Come quando lasci una persona perché inizi a darla troppo per scontata, inizia a infastidirti perché sembra non realizzare i tuoi sogni…e allora decidi di abbandonarla, di allontanarla, rifiutarla.

Poi, da lontano, ti rendi conto di quanto ti manca. Incontri altre persone che pensi siano meglio di lei…ma più le conosci, più inizi a valutare quello che hai perso.

Io per un anno e mezzo me ne sono andata da una tua collega. Una tipa giovane, sta dall’altra parte del mondo. E’ piena di koala e canguri e ci sono gli squali, ma devo ammetterlo, è bellissima.
Molto simpatica, alla mano e devo dire molto ordinata. E’ bella grossa, tu sei un fuscello in confronto.

Ma è vuota, tesoro mio.

Tu sei così piccola e grande allo stesso tempo. Così fragile e potente. Così unica e incorreggibile.
Lei è boriosa, un po’ fanatica. Ma è giovane e sai come sono i giovani. Scalpitano all’inizio, vogliono fare vedere che sono migliori dei grandi, ma poi quando chi conosce i grandi li mette davvero alla prova, allora questi cedono.
Io venivo dalle tue braccia, mi sono staccata dal tuo grembo piccolo e immenso, confuso e caldo per gettarmi tra le braccia di un luogo enorme, organizzato ma freddo. L’esatto tuo contrario.

Se nel giorno del tuo compleanno fossi rimasta tra le braccia di quella tipa che sta dall’altra parte del mondo penso che sarei impazzita.

Grazie al cielo sono qui, ma penso a chi invece sta disperso nel mondo e darebbe non so cosa per essere qui, oggi. Per correre in quelle piazze e sventolare il tricolore…per dire alle telecamere che sono orgogliosi di essere tuoi figli perché tu, come scrivono i bambini nei temi dedicati alla famiglia….tu sei la “mamma” migliore del mondo.

:-)

Io lo so che soffri, ma non puoi farci nulla. Tu hai fatto fin troppo.
Siamo noi quelli che dobbiamo agire, adesso.

Basterebbe poco, sai, per cambiare le cose.

Basterebbe imparare ad amarti di più. Ogni giorno dell’anno, non solo il 17 marzo.

Basterebbe vedere te in ogni persona, vedere il tuo futuro sugli sguardi di chi incontriamo.

Basterebbe vedere la reazione dei figli stranieri quando gli diciamo come si chiama la nostra “mamma”.

Come vorrebbero essere al posto nostro…che con tutti i nostri casini, con tutti i nostri nani che vanno con le ballerine, la corruzione dilagante, la disoccupazione giovanile e gli stipendi da fame…con tutti questi scheletri nell’armadio siamo la “famiglia” più invidiata al mondo.

Perchè io ti vedo come una madre e non posso farci niente.

Sei speciale, cara mia. E oggi i tuoi figli se ne stanno rendendo conto.

Oggi, spero, chi ancora pensa di andarsene magari lo farà con uno spirito diverso, magari se ne andrà con la voglia nel cuore di tornare indietro.
Almeno ogni tanto, giusto per abbracciarti e dirti che ti vuole bene. Che non si è dimenticato di te.

Auguri, cara Italia

Una delle tue figlie


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