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Intitolata "Augusto", la mostra è stata organizzata dall'Azienda Speciale Palaexpo, Scuderie del Quirinale e i Musei Capitolini di Roma, in collaborazione con la Reunion des musees nationaux, il Grand Palais e il Louvre. Ideatore dell'iniziativa espositiva è l'ex soprintendente Eugenio La Rocca, che l'ha anche curata supportato da Claudio Parisi Presicce, Annalisa Lo Monaco, Cecile Giroire e Daniel Roger. Insieme hanno selezionato le opere di assoluto pregio artistico tra cui figurano statue, ritratti, arredi domestici in bronzo, argento e vetro, gioielli in oro e pietre preziose e messo a punto un percorso capace di intrecciare la vita e la carriera di Ottaviano con la nascita di una nuova cultura e di un nuovo linguaggio artistico, tutt'ora alla base della civiltà occidentale.
Figlio adottivo e pronipote di Cesare, Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto fu infatti un personaggio dotato di un eccezionale carisma e di uno straordinario intuito politico. Riuscì, laddove aveva fallito persino Cesare, a porre fine ai sanguinosi decenni di lotte interne che avevano consumato la Repubblica Romana e a inaugurare una nuova stagione politica, l'Impero. Il suo principato, durato oltre quarant'anni, fu in assoluto il più lungo della storia di Roma. Sotto il suo dominio, l'Impero raggiunse la massima espansione, abbracciando tutto il bacino del Mediterraneo, dalla Spagna alla Turchia, al Maghreb, dalla Grecia alla Germania.
I particolari della sua vita sono stati trasmessi da lui stesso e da storici quali Svetonio, Tacito, Cassio Dione. Una quantità ingente di fonti scritte che con Augusto solo pochissimi altri imperatori di Roma possono vantare. Ciò consente quindi di ricostruire le fasi salienti della sua carriera politica, nel corso della quale ricoprì tutte le più importanti cariche pubbliche. E al tempo stesso seguire la serie disastrosa di lutti familiari che lo privarono in pochi decenni di Agrippa, suo luogotenente e genero, e degli eredi designati a succedergli: il nipote Marcello, figlio della sorella Ottavia, Gaio e Lucio Cesari, figli di Giulia e di Agrippa. L'impero passò così, alla sua morte, nelle mani di Tiberio, il figlio di Livia, la sua terza e amatissima moglie.
La mostra illustrerà inoltre come allo sforzo politico Augusto abbia affiancato l'elaborazione in tutti i campi di una nuova cultura, di impronta classicistica, che fondesse gli elementi tradizionali in nuove forme più adatte ai tempi. Portavoce del programma civico e politico del princeps furono appunto poeti e intellettuali (riuniti nel circolo di Mecenate), un afflato che però con il tempo venne meno, lasciando subentrare una fase in cui a prevalere fu invece la letteratura accademica, intesa quale mero esercizio retorico, priva degli indispensabili contenuti morali e civili.
Tra le opere esposte in mostra, figurano Augusto capite velato come Pontefice Massimo (Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo), la Statua virile come Hermes, cosiddetto Marcello (dal Louvre), la testa marmorea Ritratto di Marcello (Collezione della Fondazione Sorgente), il rilievo con cinghialessa dalla collezione Grimani (Museo Archeologico Nazionale di Palestrina), il Clipeus Virtutis, uno scudo votivo di Augusto in marmo bianco (Museo di Arles), la Testa di Ulisse, forse appartenente al gruppo dell'accecamento di Polifemo (Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga), il Cammeo di Augusto (cammeo Blacas) di età tiberiana (British Museum di Londra).
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