Solitario, al di là del muro di faglia
il tronco di una palma rompe la crosta
sopra una piega di crine elastico, e arma
nel cielo una fila di lance a ventaglio
che trafiggono i filamenti nel vento
come per scagliare il seme più in alto
stille sanguigne che volano nell’aria,
al di sopra dello scotano barbuto del granturco
e oltre la ruvida e dispettosa cintura di foglie,
il solitario invasore, lacera
il casto velo che copre il cielo
la coperta della notte a brandelli, ecco
che celebriamo i riti dell’aurora con una
fiammata
di ovuli che al dio danno il benvenuto.
(Wole Soyinka)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)