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Australia a secco ad Auckland, acqua alla gola per Deans

Creato il 25 agosto 2012 da Rightrugby
Australia a secco ad Auckland, acqua alla gola per Deans Rugby Championship - Auckland,
New Zealand 22 - 0 Australia

Il secondo round della Bledisloe Cup nonché del Rugby Championship si conclude come il primo, tra Nuova Zelanda ed Australia. Anche peggio per i Wallabies che ad Auckland rimangono a secco nel 22-0 con il quale gli All Blacks vincono (il tabellino). Non c'è niente nel tabellino degli ospiti: a parte le mete, nemmeno un tentativo di infilare i pali da parte di Berrick Barnes, schierato centro in un XV che ha visto il ritorno di Quade Cooper (fischiato, as usual, da un pubblico che un anno fa gli riservò lo stesso trattamento mentre nella semifinale della RWC abbandonava il campo infortunato, quindi attendersi un comportamento meno rozzo era difficilmente preventivabile). Quando ormai il risultato indica 22-0, Barnes opta per una rimessa laterale nei 22 avversari: il cronometro indica all'incirca il 50' e la touch viene rubata dalle mani di Brodie Retallick. Pensare - pensare - che nel primo tempo gli ABs qualche difficoltà in rimessa la mettono in mostra, perdendone due di fila, mentre per gli Aussie il pack in mischia ordinata rimane sotto pressione. 

La cronaca. Partono con maggiore agonismo gli ospiti: hanno da rialzare la testa e dopo il tentativo di Richie McCaw di recuperare il calcio d'avvio di Dan Carter, portano avanti l'accampamento con una serie di pick & go, riescono ad andare oltre nel momento della collisione, finché Kieran Read non infila le mani sull'ovale e permette ai suoi di rilanciarsi. Il confronto nelle ruck prosegue e i neozelandesi proseguono a loro volta a difendersi e hanno l'occasione al 7' di aprire le marcature con un piazzato di fronte ai pali per Carter. Che sbaglia. Sempre sullo zero a zero, ma con l'inerzia che lentamente, ma inesorabilmente, inizia a indicare in direzione All Blacks. Ingaggio di fronte ai 22, Sonny Bill Williams si infila, ricicla per Carter, ovale al largo per Israel Dagg che viene bloccato all'ultimo mentre punta all'angolo. Al 18' è il placcaggio della seconda linea australiana Sitaleki Timani (spesso usato in fase offensiva tra la linea dei trequarti) a stoppare l'iniziativa del flanker Liam Messam quando la prima marcatura pesante del match sembra ormai fatta. 
Qualche fase di gioco interrotto, confuso, tentativi All Blacks che non vanno a buon fine perché manca il sostegno all'uomo con la palla tra le mani, mentre i Wallabies rischiano cara la pelle con un paio di calcetti senza profondità, senza idea che vengono prontamente recuperati facilmente tanto da Dagg quanto da Hosea Gear per controbattere in cavalcate. Al 25' Carter infila il 3-0 e quattro minuti più tardi Will Genia, in campo con i gradi di capitano per l'assenza di David Pocock, si becca il giallo dell'arbitro gallese Nigel Owens: fallo professionale, da terra stoppa il tentativo di riciclo di Cory Jane sull'ennesimo contrattacco lungo la fascia dei neozelandesi. Carter allunga. Adam Ashley-Cooper, schierato ad estremo, prova a scuotere i suoi con un grabber che Dagg monitora al solito al meglio, Messam è ovunque al fianco del ball carrier. Si scivola verso l'intervallo e al 36' la mischia All Black recupera palla sull'introduzione australiana appena dentro i 22. Luke Romano fa a sportellate con Nathan Sharpe e Scott Higginbotham, Owens ravvisa un paio di offside ai lati del raggruppamento sulla linea dei 5 metri e Carter fissa il +9 con il quale si va negli spogliatoi. 

Con l'avvio della ripresa, Carter riprende da dove aveva finito: altri tre punti, dalla lunga distanza (55 metri, più o meno). Il bombardamento dell'apertura di casa - che si impegna a testare la consistenza delle guardie di fronte a lui, puntando anche su un Cooper che è scomparso dal resto del gioco come d'altronde capita al resto dei suoi compagni - ha tracciato il solco, Dagg lo rende definitivo: SB Williams, ancora Carter e ancora Romano bloccato sotto i pali, palla fuori e arriva l'estremo tuttonero per la prima ed unica meta della serata e per il 19-0. Dieci punti nell'arco di cinque minuti. Game over: lo dice l'espressione stampata sul volto di Robbie Deans inquadrato nel suo box. Prima che scocchi il 50' il punteggio finale è già stampato sul tabellone. 
La truppa di coach Hansen potrebbe replicare nel corso della frazione in un altro paio di occasioni: nella prima McCaw perde il controllo della palla raccolta da Gear, ottimamente fermato da Timani e tenuto alto quando ormai si è lanciato a peso morto nell'area di meta, nella seconda Read se la lascia fuggire dalle dita mentre si allunga sulla linea dell'area. Anche allo scadere ormai, quando al 79' Carter decide di servire al largo Gear e l'ovale esce dal campo: il numero 10 avrebbe potuto chiudere al meglio lui stesso l'azione d'attacco con un passo in più e firmando il touchdown. La consistenza offensiva dei Wallabies non batte colpo: Kurtley Beale, entrato per un infortunato Drew Mitchell, non riscatta - nemmeno gli si presenta l'occasione - la brutta prestazione dell'andata. Michael Hooper, schierato al posto di Pocock, comincia con volontà e poi scompare, mentre avanza lo sguardo sconsolato di Sharpe. Al contrario, sull'altro fronte, Ben Smith si fa subito notare per agilità e rapidità e Aaron Cruden si schiera apertura con Carter che slitta al posto di Ma'a Nonu

Le reazioni e i suggerimenti. "Abbiamo ricevuto una lezione in molti aspetti del gioco", dichiara a fine partita Genia. Non accadeva agli australiani di restare a secco con i neozelandesi del 1962. "Hanno messo pressione su di noi e abbiamo concesso così troppi errori". Coach Deans tenta di serrare i ranghi della truppa: "Sono orgoglioso del modo con cui i ragazzi sono scesi in campo, ma gli All Blacks sono una potenza", ha commentato il neozelandese - non ben voluto in patria perché allena l'Australia, non ben voluto in Australia a questo punto per lo stesso motivo. Alla vigilia della sfida l'ex manager dei Wallabies, Alan Jones, aveva lasciato detto che il modo migliore per Deans di migliorare la nazionale sarebbe nello restarsene zitto e a letto. L'8 settembre a Perth arriveranno i sudafricani: non c'è molto da starsene tranquilli sotto le coperte. 

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