Emergono linee di tendenza molto diverse. «Lo scenario a breve termine più probabile – prosegue lo studio del Cnr – sembra essere quello della diversità. L’Italia è incentrata principalmente sui veicoli a metano e lo stesso vale per la Russia, che conta sulle proprie grandi riserve di gas naturale. Il Brasile è leader nei biocarburanti; la diffusa presenza di centrali nucleare ha portato la Francia a concentrarsi sui veicoli elettrici mentre la Germania si è spostata dal Gpl alle auto ibride elettriche ed ai biocarburanti».
Ma il Cnr invita a considerare il crescente ruolo della Cina che ha posto i veicoli elettrici tra le sue priorità, «con l’obiettivo di raggiungere in questo campo il primato mondiale». Ed è evidente che la strategia cinese può condizionare tutto il mercato mondiale. Anche se lo studio del Cnr evidenzia i vantaggi del biometano prodotto a partire dai rifiuti organici o attraverso processi di conversione della biomassa.
In questa fase i rapporti più evidenti sono quelli tra le case automobilistiche ed i produttori di accumulatori elettrici per lo sviluppo di batterie ricaricabili ad alte prestazioni. Vengono create joint venture, fondate nuove società ad hoc, collaborazioni esclusive. Da Toyota a Nissan, da Honda a Mitsubishi, ma anche in Europa da Volkswagen a Daimler. E pure negli Usa, da Gm a Ford.
Con la possibilità, secondo il Cnr, che i produttori di batterie decidano di entrare direttamente in campo automobilistico, come ha fatto la cinese Byd, ma anche la Reva e lo stesso Bolloré. E sviluppi nel settore vengono assicurati anche da un produttore di pneumatici come Michelin (con cerchioni muniti di motori elettrici) o da un costruttore di aeromobili come Dassault.
Ovviamente – conclude la ricerca – il futuro dell’auto dipenderà anche dalle politiche fiscali dei vari Paesi. Perché l’energia elettrica, che ora è conveniente, lo sarebbe molto meno se venisse gravata dalle stesse accise che penalizzano la benzina. Soprattutto in Paesi come l’Italia.
Fonte: http://www.motori24.ilsole24ore.com