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Auto maledette, possedute, infernali, bellissime

Creato il 04 febbraio 2014 da Mcnab75

Carmageddon

Come anticipato qualche giorno fa, prossimamente pubblicherò Imperial, un romanzo di circa 30.000 parole, che fa parte del mio progetto Italia Doppelganger, ma che sarà (come al solito) autoconclusivo e leggibile indipendentemente dal resto della mia produzione.
Il romanzo, parlando per sommi capi, ha come coprotagonista un’auto “maledetta”. Non aggiungo altro, per non fare spoiler indesiderati. Vi cito soltanto il modello della macchina, intuibile forse dal titolo della novel: Chrysler Imperial del 1992. Che poi ultimamente le Chrysler vanno di moda, per così dire. Sì, mi riferisco alla FCA, ovviamente. Ma la mia è differente, sia nello stile che nella sostanza. Aspettate e vedrete…
Ci sarebbe molto da dire a proposito dell’aggressività che la guida di un’automobile particolarmente veloce e/o grossa fa emergere, anche in persone spesso insospettabili.  Ma magari ci torneremo.
Oggi invece vi voglio elencare, molto in breve, le più famose auto demoniache della storia del cinema. Che sono poi quelle che mi hanno ispirato la scrittura di Imperial, anche se, in realtà, la mia storia si discosterà parecchio dai titoli che vado ora a citare.

Christine – La Macchina infernale

Christine

di John Carpenter (1983)

Capostipite di tutti i film, racconti e fumetti che hanno per protagonista auto o altri veicoli maledetti e/o assassini. La pellicola di Carpenter è tratta dall’omonimo romanzo di Stephen King. Però, a mio parere, questo è uno di quei casi in cui la trasposizione cinematografica batte l’originale cartaceo.
L’auto in questione è una Plymouth Fury del ’58, anche se per buona parte del film è stata utilizzata una meno rara Plymouth Belvedere (i due modelli si assomigliano molto). Christine è un’auto infernale particolarmente tosta, capace di rigenerare se stessa anche dai peggiori incidenti. Incidenti che regolarmente provoca, per levare di mezzo tutti coloro che in qualche modo la “offendono” (magari anche soltanto lasciando cadere la cenere del sigaro sul sedile).
Terribile e magnifica, Christine è indimenticabile. Icona del cinema fantastico.

La Macchina Nera

The Car 1977

di Dennis Shryack e Michael Butler (1977)

Questa recensione di Germano è stata la molla che mi ha spinto a scrivere Imperial. Il film in questione non lo vedo da anni. La cosa buffa è che, lo ricordo come se fosse ieri, un tempo lo passavano sulle reti RAI, in pieno pomeriggio. Bizzarro, per una storia la cui protagonista è un’automobile demoniaca che gironzola per le strade polverose del Nuovo Messico, a mietere vittime incolpevoli. Quando la macchina viene affrontata e (forse) distrutta, nelle fiamme che l’avvolgono si nota chiaramente una sagoma infernale, che non lascia dubbi sulla natura di questo mostro nero su quattro ruote.
In questo caso venne scelta una Continental Mark III del 1971, macchina massiccia e dal profilo aggressivo, di cui vennero utilizzati più modelli (quattro o sei, a seconda delle versioni di Wikipedia che si consulta), con un notevole esborso da parte della produzione.
La cosa che più ricordo del film è però il terribile clacson della macchina assassina.

Brivido

Happy Toyz Truck

di Stephen King (1986)

Di nuovo Stephen King, che questa volta gioca anche a fare il regista. Brivido (Maximum Overdrive) è a tutti gli effetti un filmaccio indegno, che però si è ritagliato il ruolo di piccolo cult degli anni ’80. La trama, improbabile, racconta della ribellione delle macchine (intese come oggetti meccanici-artificiali, quindi anche computer, elettrodomestici etc) in seguito alle radiazioni rilasciate nell’atmosfera terrestre da una cometa. Il film segue in particolare l’assedio di un eterogeneo gruppo di persone, asserragliate in un autogrill della North Carolina, assediato da auto e TIR dotati di malvagia, aliena intelligenza.
Di tutto il film si ricorda soprattutto il terribile, pacchiano e bellissimo autoarticolato, modello White-Western Star 4800, dell’azienda Happy Toyz Co. La peculiarità di questo mostro della strada è la faccia del Goblin (antagonista di Spiderman) montata sulla griglia frontale.

Duel

Duel

di Stephen Spielberg (1971)

Spielberg che gira un film basato su un racconto di Richard Matheson. Siamo al top del top, e infatti abbiamo a che fare con un capolavoro (no, per una volta questa parola non è usata a sproposito).
In realtà Duel si inserisce di straforo in questo mio dossier, perché il camion assassino, protagonista silenzioso del film, ha un autista, a differenza di Christine, della Macchina Nera e del tir della Happy Toyz precedentemente citati.
L’autocisterna che perseguita il povero David Mann (Dennis Weaver) è però simile a un fantasma, tanto che l’identità del suo autista non viene mai svelata, tanto da dare quasi l’idea di essere un tutt’uno col mezzo che guida e che, per ragioni ignote, se la prende con un uomo qualunque, in transito lungo la sua stessa strada…
L’autocisterna in questione è un modello Peterbilt 281 del 1955. Vecchia, massiccia, tremenda. Inesorabile…

Il Replicante

The Wraith

di Mike Marvin (1986)

Non tutte le auto possedute sono malvagie, anche se di certo non interagiscono sul nostro piano dimensionale solo per fare delle innocue scampagnate. Il Replicante (The Wraith, in originale, titolo potente è azzeccato) racconta la storia di una terribile auto nera, una Dodge M4S Turbo Interceptor coi vetri oscurati neri, che prende di mira una gang criminale dedica a organizzare corse clandestine, in cui spesso vengono coinvolte persone il cui unico peccato è quello di possedere un’auto costosa, e quindi ambita dai membri della banda.
Il Replicante compare dal nulla e inizia a sfidare gli street-racers della gang, sconfiggendoli uno dopo l’altro, fino ad arrivare al capo, Packard Walsh, che guida una Chevrolet Corvette C3.
Il Replicante si rivela infine essere un ragazzo ucciso anni addietro dalla banda.
Film quasi dimenticato e certo non indimenticabile (scusate il gioco di parole), che però merita almeno una passata, fosse anche solo per il look fighissimo del Wraith.

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Alex Girola – follow me on Twitter


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