L'investigatore assicurativo della Roc Robotics Corporation, Jacq Vaucan scopre un robot che si è autoriparato assieme ad altre anomalie.Possono essere una minaccia per l'umanità e per questo devono essere individuati e fermati.
Almeno così crede...
Evidentemente la Spagna ci ha preso gusto col cinema di genere: almeno ci investe dollaroni, non tantissimi rispetto alle roboanti produzioni hollywoodiane ma mi pare che 7 milioni di dollari siano un budget più che adeguato per una produzione europea, spagnola nel particolare( anche se tecnicamente è una coproduzione), girata in Bulgaria per abbattere i costi.
Automata non potendo competere sotto il profilo degli effetti speciali con gli sci fi di oltre Oceano, si situa in quel territorio di futuro distopico e fantascienza esistenzialista che difficilmente è percorso dal cinema mainstream americano, desideroso più di sensazioni epidermiche che di suggestioni che scavino un po' più nel profondo.
Dopo un inizio in cui chiaramente si intuisce quale sia la stella polare delle leggi a cui devono sottostare gli androidi ( sono praticamente una rielaborazione delle tre leggi della robotica "promulgate" da Isaac Asimov) veniamo immersi in uno scenario urbano futurista che ricorda molto da vicino, forse anche troppo da vicino, le atmosfere nebulose di Blade Runner.
E' bello il personaggio di Jacq Vaucan, investigatore assicurativo in cerca di normalità, immerso in un mondo che sente non appartenergli e ansioso di conoscere quella figlia , la moglie sta per partorire, che gli permetterebbe finalmente di sentirsi umano a tutti gli effetti.
E la storiaccia su cui sta indagando mette a dura prova tutte le sue certezze nella distinzione tra robot e umani: chi sono i veri cattivi? chi sta veramente danneggiando la razza umana ? chi vuole sterminare androidi solo per malcelato odio razzista ( o meglio specista in questo caso) o dei robot evoluti che vogliono una vita migliore andandosi ad isolare in anfratti di mondo proibiti agli umani?
Stilisticamente Automata ha molti padri che gli donano un aspetto un po' curioso in cui somiglia un po' a tutti e a nessuno, un patchwork visivo accattivante pur nella sua totale desaturazione cromatica.
La Terra su cui incrociano i propri destini Jacq , un manipolo di androidi "difettosi" e gli altri investigatori della Roc Robotics Corporation è un mondo dominato dal grigio degli scantinati opprimenti dell'inizio e dal colore sabbia del deserto radioattivo in cui è ambientata la seconda parte, uno sfondo da western futurista valorizzato nel migliore dei modi da una regia attenta e precisa.
Nella seconda parte forse c'è un eccesso di zelo nell'esporre certe tematiche ( la distruzione del pianeta ad opera dell'uomo, l'integrazione possibile tra uomini e androidi, l'evoluzione delle forme di vita per sopravvivere alle catastrofi naturali, la progressiva umanizzazione dei robot che diventano consapevoli del loro destino) ma è un eccesso dettato dalla generosità.
Curioso vedere l'uno di fronte all'altra gli ex coniugi Banderas con Melanie Griffith che a furia di ritocchini e botox è espressiva come gli androidi di cui si parla.
Se non ci si riesce con gli investimenti e gli effetti speciali bisogna sopperire con l'intelligenza.
E il film di Ibanez ne dimostra una dose più che sufficiente.
PERCHE' SI : intelaiatura visiva convincente, stimola la commistione tra sci fi, thriller e noir, Banderas in un personaggio ben scritto e adeguatamente caratterizzato.
PERCHE' NO : le influenze ci sono e sono tutte lì in bella vista, forse troppo, qualche taglio avrebbe giovato, forse un certo eccesso di zelo nell'esporre molte tematiche importanti.
( VOTO : 7 / 10 )