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Non ho seguito la trasmissione "Porta a porta" di Bruno Vespa in cui si parlava del vivere in Trentino- Alto Adige. La vedo raramente e malvolentieri, ma dato l'argomento e il mormorio suscitato ne ho visto alcuni spezzoni. Orribili. La regione viene presentata come una sorta di idilliaco paradiso in cui vivere è facile e tutto viene agevolato, finanziato o alla peggio, rimborsato. Una visione ottusa e non certamente reale.
Il tutto però viene confezionato per uno dei peggiori scopi politici: il reinvestimento dei capitali (della vile pecunia, per intenderci) per le regioni italiane più povere che altrettanto bene non vivono.
Premetto che mi ritengo prima di tutto Italiana, ma nasco in una regione di confine, il Trentino-Alto Adige, appunto che all'epoca era già Italia da un quarantennio circa. I miei nonni sono nati "tedeschi", sudtirolesi o austriaci che dir si voglia e di autonomia ne ho sempre respirata. Un po' sull'onda del "si stava meglio allora", i Trentini (permettetemi la maiuscola!) sono sempre stati "autonomi" e anche in politica se ne parla da sempre, tanto. Forse a volte un pochino a sproposito, ma la Storia è Storia.Nel 1946 se non ricordo male vennero istituite le cinque Regioni a Statuto Speciale appunto per le loro problematiche di terre di confine e isole, quindi tutte queste avrebbero potuto lavorare anche politicamente per ottenere un'autonomia maggiore dal governo centrale.Il TAA è stata quella che meglio l'ha saputo fare e ciò le va riconosciuto nel bene e nel male che qui non è il caso di discernere. Le altre regioni sono rimaste come si dice al palo, per non parlare di quelle a Statuto ordinario.Ora dopo anni e con una situazione così totalmente precaria, mi pare quantomeno fuori luogo trattare l'argomento nei termini in cui il sig. Vespa ha fatto. Può ritenersi fortunato che dall'altra parte non ci fosse più Durnwalder a controbattere. Sarebbe stata la sua fine come presentatore, con o senza plastici dimostrativi.
La crisi ha messo tutti in ginocchio e ridotto di molto la fiducia nella classe politica che ci ha e ci sta governando, ma non si possono mettere in dubbio i sacrifici e la caparbietà di una Regione che ha saputo e sa ancora gestirsi autonomamente, nel rispetto della Costituzione.Far passare i soldi delle casse delle province di Trento e Bolzano ad altre regioni che versano in condizioni più difficili non mi pare proprio il modo giusto di aiutare il prossimo.Conosco bene il carattere fermo e montanaro dei Trentini. E' lo stesso che ho trovato negli abitanti di un'isola meravigliosa che amo, mi ama e mi ha adottata da trent'anni, la Sardegna.Anch'essa Regione a Statuto speciale, vero, ma sfortunatissima per le scelte dei suoi politici, non dei Sardi; politici che si sono rivelati alla fine poco accorti nel gestire le risorse del territorio e le possibilità che lo Stato ha concesso pure a loro in quel lontano 1946.Ritengo, con orgoglio di appartenenza, che tutti gli Italiani siano persone splendide che sanno far fronte alle difficoltà, preoccuparsi per gli altri e darsi da fare affinchè anche il proprio vicino possa stare bene. Tutto questo è ampiamente dimostrabile anche nei fatti recenti.Lo Stato, però, è tutt'altra cosa. o meglio lo è diventata. Non più un insieme di persone, ma un'accozzaglia di "politici" che non sanno o hanno dimenticato il significato della parola "politica", riducendola solo al mezzo per raggiungere il proprio benessere, il soddisfare ogni propria voglia, dimenticando gli altri, tutti gli altri che dello stato fanno parte, con stessi diritti e doveri.Le prime cose che mi sono state insegnate a scuola, alfabeto e numeri a parte, sono state l' "Inno d'Italia" e l' "Inno al Trentino". Oggi sfido coloro che hanno meno di trent'anni a ricordarli entrambi. Questo per significare che si parlava allora di un'autonomia all'interno di uno stato che la riconosceva.Signori, i Trentini con fierezza e caparbietà hanno trovato il modo di creare un loro mondo confortevole, rispettando le norme nazionali e sacrificando centesimo su centesimo. Certo non è stato tutto oro, ma da nessuna parte lo è stato. Qualche scandalo, qualche ruberia o "furbata" è avvenuta ovunque, ma la gestione è sempre stata il più possibile oculata e ora si vorrebbe rimetterla in palio per tutti.Ben vengano tutte le proteste ad alta voce contro chi vorrebbe ridistribuire ciò che si è ottenuto per tentare di coprire buchi che mai si riempirebbero.Se la gestione è divenuta impossibile la colpa è di chi ha vigliaccamente rubato un sacco di denaro pubblico,oltre che uno stipendio altissimo agli Italiani e non vale tirare ora una coperta troppo corta.Si dovrebbe mandarli tutti a casa e ricominciare da zero, con ideali puliti e stipendi simbolici per chi ha cariche importanti e così come i medici sono obbligati al giuramento di Ippocrate, farli giurare non più su una Costituzione cui troverebbero mille cavilli per salvarsi, ma sulla Lettera di Pericle agli Ateniesi, antichissima, ma a mio modesto parere ideale per chi ha voglia di occuparsi di "politica".Lo so sono stata lunga, forse pesante, magari un po' dispersiva ma non volevo unire ingiurie a quel povero giornalista di Vespa, solo mettere alcuni punti fermi in cui da sempre credo fieramente.Non è un caso che propendo per fare della Sardegna perlomeno una zona franca, per autonomia.Perchè la parola "autonomia" ha grandi significati che vanno oltre il letterale. Racchiude in sé l'anima della gente che sa decidere col proprio cervello (autonomamente), che sa amare la propria terra nazionale ed il territorio limitato dove è nato e cresciuto o quello che lo ha accolto, che sa cominciare (autonomamente) a costruire il proprio futuro o ricostruirlo dopo un disastro. L'autonomia non appartiene alla destra o alla sinistra ma è di tutti e tale deve rimanere, dentro uno Stato che ha un posto ed un occhio di riguardo per ogni cittadino.
*nota: foto dal web. nel linguaggio dei fiori la mimosa rappresenta l'autonomia e la rosa blu, la specialità, l'unicità.
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