Le condivisioni sui social network sono un elemento essenziale nell’attuale ecosistema dell’informazione. Non si tratta soltanto di un elemento di traffic building ma di un parametro significativo dell’interesse e dell’attenzione nei confronti della testata e degli articoli, dell’informazione della testata stessa. Le condivisioni sui social network creano brand awareness, notorietà di marca, e costruiscono fiducia, grazie al passaparola online degli utenti sul valore del giornale.
Tema “caldo” del quale discuteremo al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia il 24 aprile prossimo nel panel “Social [In]Ability” , di cui sarò il moderatore, in cui, tra l’altro verrà presentata in anteprima nazionale la ricerca dell’Osservatorio sulle Nuove Forme di Consumo di Informazione e sulle Trasformazioni dell’Ecosistema Mediale dell’Università di Urbino su come si informano gli italiani.
Sul tema delle condivisioni 33Across, piattaforma per la condivisione sociale dei contenuti partner di 625mila editori, ha pubblicato i dati dell’analisi effettuata questo mese delle condivisioni delle persone delle 500 principali fonti d’informazione negli USA suddivise in 24 categorie.
Dalla sintesi dei risultati emerge una differenza estremamente rilevante tra gli argomenti più condivisi dalle persone e quelli che invece sono di maggior interesse, più cliccati. Se notizie di attualità, politica, ma anche intrattenimento e gossip, sono i temi più cliccati è ciò che ruota intorno alla scienza, ad argomenti scientifici quello che viene maggiormente condiviso dalle persone.
Una dicotomia che si può spiegare solamente con il desiderio di autorappresentarsi in maniera diversa da come si è realmente. Tentativo di presentarsi agli occhi dei propri contatti proiettando un’immagine di se desiderata, non reale.
Comportamento aspirazionale, “wannabe”, che può essere utilizzato per la diffusione di argomenti specifici sui social media ma che non porta traffico al sito web.
Update: Sul tema da leggere Andrea Contino e Luca De Biase.