Gary Paulsen (Photo credit: Wikipedia)
AUTORE DA RISCOPRIRE, GARY PAULSEN
Dov’è finito? È uno degli autori per ragazzi più stimati e popolari nel mondo anglosassone, la sua vita avventurosa lo fa accostare a quella di Jack London, i suoi romanzi d’avventura sono stati molto amati anche in Italia (23 pubblicazioni), ora il buio, nessuna delle sue opere è in commercio. Come al solito per dare corso a nuove collane editoriali, più redditizie, si sacrificano i tesori già presentati al pubblico, conviene più all’editore “lanciare un nuovo prodotto” piuttosto che continuare con le “vecchie glorie”. Politiche commerciali fameliche, non proprio ispirate a criteri qualitativi, esclusivamente improntate alla logica devastante del TUTTO SUBITO.
Abbiamo visto negli ultimi anni un recupero di testi che pensavamo ormai perduti, come La stanza 13 di Swindells, Skellig (o Skelling che dir si voglia ) di David Almond, qualcuno ci proverà anche con Gary Paulsen?
È nato nel 1939 nel New Mexico e vive in un ranch, nel Minnesota. Amante dell’avventura, è uno dei piú famosi scrittori americani per ragazzi. Il suo successo è testimoniato dai numerosi riconoscimenti ottenuti, tra cui il Newbery Honor Book Award.
Un illuminante articolo su Gary Paulsen
http://www.hamelin.net/index.php/rivista/articoli/36-gary-paulsen-sullavventura-e-su-altre-sciocchezze.html
Ogni anno, in Alaska, un pugno di avventurieri partecipa alla Iditarod Trail Sled Dog Race. Si tratta di una corsa di slitte trainate da cani, lungo un percorso non tracciato di circa 1770 Km, con una temperatura media di -40°C, senza bussole né marchingegni. La durata della gara si aggira intorno alle due settimane. Non ci sono regole, se non passare per determinate tappe e viaggiare in totale solitudine; ognuno può portare con sé del cibo per sé e per i cani, e prendere la strada che vuole.
Per due volte, a metà anni Ottanta, grazie a una colletta tra i compaesani e un editore (in cambio dei diritti sul prossimo libro), anche Gary Paulsen si è cimentato nell’impresa con i suoi cani. Pare abbia scritto in quelle condizioni alcuni dei suoi romanzi per ragazzi, mentre le bestie riposavano.
Quanto ci sia di vero e quanto di leggenda non lo sappiamo, ma sicuramente sono di quegli anni, in cui se non era in gara si allenava, almeno tre delle sue opere migliori. Poi il cuore ha ceduto, e il suo medico lo ha obbligato a smettere il gioco. È rimasto qualche mese in panciolle con Cookie, il suo capomuta, protagonista di uno dei racconti lunghi più riusciti e commoventi tra quelli tradotti (1), per andarsene in seguito a vivere su una barca a vela sul Pacifico. Ora ha settant’anni, e nella lista degli iscritti alla Iditarod 2008 c’è il suo nome.
Gary Paulsen è davvero un personaggio straordinario, ben fuori dalle righe, la cui biografia non è poi così lontana da quelle di London e Conrad. Il numero di libri che ha pubblicato in America, tra racconti, romanzi e non-fiction (manuali su storia, sport, animali, vita all’aperto, motori…), è assolutamente impressionante; in Italia ne sono arrivati ventitrè, e non pochi tra questi sono di altissimo livello;
SEGUE SUL SITO
Un paio di schede dei suoi ormai introvabili testi, con il prezzo in “vecchie lire”:
Gary Paulsen
TRACCE
traduzione: Fabio Accurso; pagine: 126; prezzo: 16.000 Lire
I miti e le contraddizioni dell’America, gli scenari e i suoni della provincia, le strade e i volti della miseria, l’atmosfera artificiosa del successo e lo spettro di guerre impossibili da dimenticare: questo è lo sfondo, ma Sue, Laura, David e Peter non intendono percorrere le vie già stabilite da qualcun altro; vogliono scegliersi il cammino, giocarsi la vita in proprio. Non si conoscono, appartengono a mondi lontani, eppure tutti hanno deciso di osare, di sfidare l’incognito, di essere donne e uomini liberi. Stranamente, per loro il futuro è un susseguirsi di tracce.
Gary Paulsen
SARNY, MONDADORI, GAJA JUNIOR
traduzione: Angela Ragusa; pagine: 132; prezzo: L. 13.000
Nel seguito di John della Notte Sarny, ormai arrivata all’età di 94 anni, scrive l’appassionante storia della sua vita: la morte del marito, la vendita dei due figli piú piccoli per pagare i debiti di gioco del padrone, lo scoppio della Guerra Civile nel 1861, quando Sarny ha 24 anni e decide di andare alla ricerca dei due figli. Da quel momento la sua vita cambia radicalmente: ritrova i figli, diventa insegnante e apre scuole per i ragazzi neri, si conquista l’amicizia e l’affetto di una ricca signorina bianca e con l’eredità che costei le lascia si trasferisce in Texas
UN PAIO DI BRANI DAI SUOI LIBRI:
Da qualche parte del Minnesota
Il nonno era ancora vivo: era questo il problema.
Sue Oldhorn aveva diciassette anni, ed era un’indiana della tribù Ojibway. Aveva da poco finito la scuola, ma era già riuscita a trovare un buon impiego presso una banca: doveva occuparsi di versamenti e rendiconti al computer. E questo non costituiva affatto un problema. aveva soldi, viveva in famiglia e presto si sarebbe comprata un’automobile: non nuova, no, una usata ma recente, in ottimo stato, una Mustang azzurra. E nemmeno lì stava il problema.
C’era invece quel… Quel… Come dire? Quell’impiccio. Dopo aver sgobbato per tutto il giorno, tornava a casa, dove l’attendevano la madre e il nonno – il padre era scomparso già da molti anni –, e ogni volta era la stessa solfa.
IL PROTAGONISTA DI TRACCE:
TIM.
Le ferite di guerra che abbiano come conseguenza la perdita di arti vengono definite ufficialmente “amputazioni traumatiche”. Tim aveva subito l’amputazione traumatica della gamba sinistra, all’altezza del ginocchio; della gamba destra, all’altezza del polpaccio; del braccio sinistro, all’altezza del gomito; e del braccio destro, all’altezza del bicipite. Presentava anche lacerazioni diffuse e profonde su quasi tutto il torso, che gli lasciarono un reticolo di cicatrici; aveva patito inoltre la perdita parziale della funzionalità dell’occhio sinistro. In corpo, ha tuttora un “sacco di ferraglia”. Sì, oggi dice proprio così.
– Ho ancora un sacco di ferraglia in corpo. Troppa. Se passassi attraverso il metal-detector in un aeroporto, farei suonare tutti gli allarmi.
Probabilmente non è vero, ma questo non ha molta importanza, visto che di rado Tim va da qualche parte, e comunque mai in aereo Vive in un ospizio per disabili, in una piccola stanza con le pareti tappezzate di manifesti degli Anni Settanta e di fotografie di Lennon e Harrison, e ascolta i Beatles e i Jefferson Airplane: solo gli Airplane perché dice lui, da quando sono diventati Jefferson Starship hanno fatto solo robaccia.