Magazine Poesie
Sognavo di essere una madre autorevole.
Di quelle che con uno sguardo fanno capire ai propri figli cosa si fa e cosa non si fa.
Volevo essere come mia madre.
Bastava guardarla per capire se ci stavamo comportando bene oppure no.
Da Lei ho imparato solo che una punizione vale più di uno schiaffo.
Fatto sta che Giada spesso sfugge al mio controllo.
Sarà che mamma fa la casalinga e aveva più tempo da dedicarci...non siamo mai riuscita a fregarla sulla stanchezza.
Mamma è sempre stata presente al suo ruolo di mamma.
Io esercito il mio ruolo di mamma con del finto peperoncino nella borsa "Rispondi di nuovo a mamma e ti metto il peperoncino sulla bocca"
Le impongo di mettere in ordini i giochi altrimenti io li metto tutti nella spazzatura.
Mi rendo conto che la minaccia di qualcosa che non Le piace funziona.
Anche minacciare però è stancante.
Ad esempio oggi ho concesso a Giada di mangiare un ovetto Kinder.
Un altro l'ha preso di nascosto mentre cambiavo il pannolino a Greta.
Poi mi dice che nel pancino aveva ancora un po' di spazietto per una barretta kinder.
Le ho detto di no per 30 minuti di seguito.
Dopo un'ora Le ho detto di salire a fare la doccia.
Voleva finire di vedere Dora.
Dopo voleva vedere gli Zonzoli "solo un pochino"...poi tutto.
"Giada se sali subito Mamma ti da la barretta Kinder"
S'è fatta le scale a quattro a quattro.
E nella mia testa ho visto l'immagine dei più grandi pedagogisti della storia che si rivoltavano nella tomba.